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Il ministro alla Camera

Gli studenti manganellati, Piantedosi: "Corteo fuorilegge, niente processi sommari alla polizia"

Il ministro dell'Interno parla alla Camera per riferire su quanto accaduto ai partecipanti della manifestazione pro-Palestina e ribadisce: "Nessuna repressione del dissenso"

Il diritto delle forze di polizia "a non subire processi sommari", il dovere di chi vuole manifestare "a farlo secondo le regole". Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi parla alla Camera per riferire su quanto accaduto a Pisa, dove nei giorni scorsi diversi studenti e manifestanti pro-Palestina sono stati manganellati dalla polizia e l'intervento ruota sostanzialmente su questi due assi. 

Il corteo di Pisa era "fuorilegge"?

Piantedosi si dice "turbato" dalle immagini degli scontri, ma allo stesso ribadisce che la stessa manifestazione è nata "in totale violazione della legge, senza nessun preavviso da parte degli organizzatori che invece pubblicizzavano l'appuntamento sul web".  

Questo è un punto centrale della questione. La Costituzione sancisce il diritto dei cittadini a riunirsi, ma si deve dare avviso alle autorità che possono a loro volta vietare le riunioni per "comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica". Il principio della nostra Carta viene poi disciplinato nel Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Si prevede che i "promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al questore". Chi non si attiene alla norma può essere punito con l'arresto o l'ammenda. Il questore, "nel caso di omesso avviso ovvero per ragioni di ordine pubblico, può impedire che la riunione abbia luogo e può, per le stesse ragioni, prescrivere modalità di tempo e di luogo alla riunione".

Il preavviso è quindi obbligatorio e il "no" delle forze dell'ordine è possibile. Piantedosi non a caso sottolinea il mancato preavviso degli organizzatori a Pisa e aggiunge che "la questura avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico". E ancora: "Sul posto in occasione della manifestazione, personale della questura ha preso contatti con esponenti del citato Collettivo universitario e di Spazio Antagonista Newroz, anch'essi lì presenti, ai quali, ancora senza alcun esito, venivano nuovamente chieste indicazioni sulle modalità dell'iniziativa per consentirne un regolare svolgimento in condizioni di piena sicurezza. Personale della Digos, una volta partito il corteo, invitava più volte i manifestanti, e nello specifico gli aderenti al Collettivo Universitario Autonomo, a dare indicazioni sul percorso e a non procedere verso piazza dei Cavalieri, dove non sarebbe stato consentito il transito per evitare il possibile prosieguo verso obiettivi sensibili tra cui piazza dei Miracoli, per la quale in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica era stata valutata l'interdizione alle manifestazioni".

Il momento in cui la polizia la carica gli studenti

Piantedosi prosegue poi nella ricostruzione dei fatti: "I manifestanti, nonostante ogni tentativo di interlocuzione, hanno rifiutato di fornire indicazioni e si sono mossi in corteo per poi raggiungere uno degli accessi a piazza dei Cavalieri, dove era stato schierato, a scopo dissuasivo, un contingente del Reparto Mobile della polizia di. Le forze di polizia - prosegue il titolare del Viminale - hanno intimato ai manifestanti di fermarsi, ribadendo ancora una volta, senza alcun risultato, la richiesta di fornire indicazioni sul percorso. Il corteo continuava, invece, ad avanzare, costringendo il cordone delle Forze di polizia, in un primo momento, a indietreggiare di diversi metri per evitare scontri, fino ad arrivare a contatto con un mezzo posizionato per impedire l'accesso a piazza dei Cavalieri". In questa fase, rileva, "una decina di manifestanti superava la barriera, raggiungendo le spalle dello schieramento degli operatori in servizio. Venivano, pertanto, bloccati dal personale delle forze di polizia e condotti nell'adiacente piazza dei Cavalieri. Tra questi, una nota esponente antagonista. Atteso il perdurare della forte pressione, sopraggiungeva un secondo contingente dei reparti". C'è stata a questo punto la carica di alleggerimento.

Il bilancio ufficiale delle cariche a Pisa è di 17 manifestanti feriti (11 sono minorenni), altri due feriti sono funzionari di polizia. Ci sono invece quattro denunciati per resistenza aggravata a pubblico ufficiale e violazione dell'articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. "Tutti maggiorenni - sottolinea Piantedosi - con precedenti per reati attinenti l'ordine pubblico".

"Il contatto fisico con i ragazzi è un fallimento"

"Siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento. Tutti - dice Piantedosi - auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti e quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza".

Apertura all'autocritica subito bilanciata da Piantedosi con un monito netto: "Il rischio di incidenti e di scontri è pari a zero se i manifestanti non pongono in essere comportamenti pericolosi o violenti, rispettando le regole. Il rispetto delle regole, infatti, agevola il dialogo tra gli organizzatori e gli uffici delle questure, in modo che ogni evento possa svolgersi senza fraintendimenti forieri di possibili tensioni. D'altro canto, è anche utile a prevenire possibili tentativi di infiltrazione da parte di soggetti di area antagonista o estremista che, come dimostra l'esperienza storicamente maturata sul campo, possono arrivare a condizionare fortemente le modalità della protesta, facendo, non di rado, uso della violenza e cercando, in tali occasioni, spazi di visibilità. È un rischio assolutamente da scongiurare ancor di più nelle iniziative alle quali partecipano ragazzi di giovane età".

"No a processi sommari alle forze di polizia"

Dal ministro dell'Interno arriva un accorato richiamo al "diritto delle forze di polizia di non subire processi sommari. Respingo fermamente ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle forze di polizia. Sono lavoratori che meritano al pari di tutti massimo rispetto".

Piantedosi sottolinea che dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre su tutto il territorio nazionale si è sviluppata "un'ampia e variegata mobilitazione filopalestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all'area antagonista o in cui è stata rilevata una consistente partecipazione di attivisti di tale estrazione". Piantedosi denuncia un clima di "crescente aggressività nei confronti delle forze dell'ordine, sia allo scopo di essere attrattiva che di provocare reazioni da parte di chi gestisce l'ordine pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la 'piazza' e le istituzioni".

"Nessun disegno del Governo per reprimere dissenso"

Piantedosi difende le forze di polizia ma difende l'Esecutivo respingendo "fermamente ogni suggestione che vi sia un disegno del governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle forze di polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico. Non vi è, e mai vi potrà essere, alcuna direttiva ministeriale in tal senso e, neanche, indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell'ordine pubblico". 

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