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Cronaca

Scuola, Pd a fianco dei docenti: "Ecco perché siamo contrari alle 24 ore"

Il Partito Democratico di Pisa critico nei confronti dell'aumento, da 18 a 24 ore, dell'orario di cattedra: "Scelta inaudita che mette a rischio la qualità dell'istruzione"

Giornate calde nel mondo della scuola dopo la proposta del governo Monti di aumentare l'orario di cattedra degli insegnanti da 18 a 24 ore. Contro i tagli all’istruzione si è schierato, compatto, tutto il fronte della sinistra, a cominciare dal segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, che ha fatto sapere di non essere disposto a votare la legge di stabilità se non ci dovessero essere dei correttivi. 

E oggi arriva anche la presa di posizione, netta, del Pd Pisa, che in un comunicato spiega perché sarebbe bene che la riforma venisse accantonata. "Come Pd – argomenta la nota firmata da Daniela Pampaloni, Responsabile Scuola del Partito Democratico - siamo assolutamente contrari all’aumento da 18 a 24 ore dell'orario di lezione frontale degli insegnanti”.  Secondo il Pd una riforma così concepita  aggiungerebbe nuovi insopportabili tagli occupazionali agli 80 mila posti di insegnanti già tagliati dalla Gelmini. 

"Negli ultimi vent'anni - aggiunge Pampaloni - a forza di tagli la scuola italiana è stata fatta  precipitare quasi in fondo a tutte le graduatorie internazionali. Se non si investe sul sapere poi è inutile piangere perché la qualità delle nostre produzioni tende a diminuire".

Il principale motivo di critica è comunque rivolto alla sostanza del provvedimento. Secondo il Partito Democratico – ma l’obiezione è stata già espressa più volte dagli stessi insegnanti - le ore di lezione sono solo una parte del lavoro svolto dai docenti: “Chi dice che gli insegnanti vogliono lavorare 18 ore alla settimana e non 24 mente sapendo di mentire: a 18 ore di lezione frontale corrispondono mediamente altrettante ore di lavoro effettivo”. 
 
"Infine, un’ipotesi di aumento dell’orario di lavoro degli insegnanti potrebbe essere preso in considerazione solo sulla base di una contrattazione sindacale ( e quindi in modo non gratuito), all’interno di una prospettiva di aumento complessivo del tempo scuola.  Il PD - conclude la Pampaloni - farà della cancellazione di queste norme uno dei principali punti di quella profonda modifica della legge di stabilità a cui il segretario Pier Luigi Bersani ha pubblicamente condizionato il sostegno del partito".

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