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Cronaca

Contraffazione, ancora un sequestro: 40.000 false borse di Louis Vuitton

La Guardia di Finanza ha pedinato le persone denunciate alcuni giorni fa ad Ospedaletto: stavolta a contenere la grande quantità di merce contraffatta era un magazzino al confine tra le province di Pisa e Firenze

Qualche giorno fa il sequestro di oltre 14.000 articoli con marchio contraffatto, oggi, sulla scorta di quel sequestro, la Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Pisa, ne ha effettuato un altro: stavolta i pezzi ritrovati in un magazzino, al confine tra la provincia di Pisa e quella di Firenze, sono ben 40.000. Il quadro del sequestro di pochi giorni fa era risultato incompleto, così le Fiamme Gialle hanno approfondito la questione e sono arrivati alla scoperta appunto di migliaia di borse false a marchio Louis Vuitton.

Il sospetto di non aver trovato tutto, la reticenza dei tre soggetti denunciati nel dire come effettivamente si erano svolte le cose, l’intuito degli operanti di procedere al pedinamento delle tre persone: questi gli elementi fondamentali nel ritrovamento delle 40.000 borse.

Nel magazzino era stata appena scaricata la merce contraffatta proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese. Lo stabile era stato affittato agli stessi soggetti cinesi denunciati nei giorni scorsi. I militari, che monitoravano la zona da alcuni giorni con pedinamenti e appostamenti, anche in orari notturni, hanno notato soggetti di etnia cinesi intenti a scaricare delle scatole da un furgone e hanno deciso di intervenire per controllare la regolarità della merce.

All’apertura delle scatole e dopo aver effettuato la perquisizione del magazzino e del furgone, i finanzieri si sono trovati davanti l'enorme quantità di merce e 2.500 euro. Dall’analisi della documentazione sequestrata si è potuto appurare che il carico era stato sdoganato la sera precedente in provincia di Roma.

All’interno del magazzino, intenti a sistemare la merce che veniva scaricata, la stessa coppia di cittadini cinesi colta sul fatto ad Ospedaletto e principale fornitrice dei senegalesi che gravitano sul territorio pisano.

I cinque responsabili, tra cui un italiano, sono stati denunciati per contraffazione, ricettazione e due dei cittadini extracomunitari per immigrazione clandestina.

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