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Cronaca Cascina

Cascina, 'Abitare solidale': coabitare per superare i problemi

Il Comune e l'Auser promuovono la co-abitazione tra nuclei familiari, esperienza tra l'altro già sperimentata a Firenze e in altri comuni della Toscana. A Firenze 120 nuclei familiari hanno trovato una soluzione

Il Comune di Cascina e l'associazione Auser volontariato territoriale onlus hanno firmato ieri mattina in municipio il protocollo d'intesa per il progetto 'Abitare solidale'. Già in essere a Firenze e in vari comuni della Toscana, Abitare solidale propone forme di coabitazione nello stesso alloggio per condividere spese di mantenimento della casa, pagamento delle bollette e migliorare la propria qualità di vita riscoprendo la solidarietà della relazione sociale.

Il progetto si rivolge in particolare a a tutte quelle famiglie che non riescono più a conciliare cura dei figli, gestione degli affetti e tempi di lavoro; agli anziani che vivono in una alloggio troppo grande per le proprie esigenze di vita e troppo difficile da gestire e mantenere con l'avanzare dell'età; a soggetti a temporaneo rischio di povertà o marginalità sociale; a donne vittime di episodi di violenza domestica.

Il progetto funziona con procedure e strumenti semplici e chiari: dopo un primo contatto viene stilato un identikit di ospitante e ospitato, per valutare affinità tra i candidati, a cui seguono incontri di conoscenza, sino all'elaborazione di un patto di reciproca solidarietà, il cosiddetto “patto abitativo”, tra le parti, che vincola i coabitanti al vicendevole rispetto delle esigenze di vita e a un mutuo scambio di servizi ed aiuto, e che sancisce l'avvio della coabitazione. Dopo un periodo di ulteriore prova di circa 30 giorni, la coabitazione viene ufficializzata con la sottoscrizione di un apposito contratto di comodato.

"A Cascina molti cittadini non sono in grado di affrontare autonomamente il problema casa - ha detto Fernando Mellea, assessore al welfare - e ad essere in difficoltà ormai non solo le fasce sociali più deboli, ma anche quelle appartenenti alla cosiddetta 'fascia grigia': persone sole, nuclei familiari monogenitoriali, giovani coppie, lavoratori precari, anziani soli. A questi bisogni occorre rispondere in maniera diversificata, affiancando alle tradizionali politiche abitative altre forme di intervento congiunto delle istituzioni pubbliche e soggetti no profit. La materia abitativa non è più gestibile esclusivamente con l’attuale patrimonio di edilizia residenziale pubblica o con i contributi all'affitto. Ecco perché il Comune di Cascina vuol sviluppare interventi di contrasto al disagio abitativo fondati sui principi del social housing e del co-housing, finalizzati ad integrare le politiche di sostegno del diritto alla casa con azioni di coesione e protezione sociale".

"Ecco perché vogliamo attivare anche noi il progetto Abitare solidale - ha proseguito Mellea - e adesso il nostro compito è coinvolgere le associazioni di volontariato sociale, che molto spesso sono capaci di intercettare i bisogni e le esigenze di tante persone affinché facciano conoscere questa possibilità".

"In due anni di attività sul territorio fiorentino, abbiamo realizzato 60 coabitazioni - ha spiegato Gabriale Danesi, responsabile del progetto per l'Auser - il che significa che 120 nuclei familiari hanno trovato una soluzione, seppur passeggera, ai loro bisogni. Abitare solidale non vuol essere lo strumento di risposta all'attuale situazione di emergenza sulla casa, ma ha la grande forza di trasformare il soggetto debole in soggetto attivo di welfare".

Il protocollo è stato firmato da Luigi Baggiani, presidente Auser territoriale di Firenze e da Claudia Del Lungo, responsabile del Settore servizi sociali del Comune di Cascina. Alla firma era presente anche Annibale Fanali, presidente della cooperativa Agape.

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