Morte di Zakir e movida, Confcommercio: "Respingiamo strumentalizzazioni e demagogia”
L'associazione di categoria rifiuta ogni collegamento tra l'aggressione al giovane cameriere bengalese e la voglia di divertimento di tanti ragazzi che si riversano nei locali del centro. "Il vero dramma sono i venditori irregolari di alcolici" dice Pieragnoli
“Collegare l'immane tragedia del povero Zakir, come avviene da più parti in queste ore, associando arbitrariamente la sua assurda morte alla cosiddetta 'movida', è una operazione strumentale che come Associazione respingiamo risolutamente". Ad intervenire è il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli che non vuol sentire parlare di un 'trait d'union' tra la triste morte del padre bengalese e le discussioni sull'alcool, la movida, i locali, il divertimento giovanile.
"Come è possibile collegare il fatto che, secondo alcune ricostruzioni, questo giovane avrebbe trascorso la serata in qualche locale dell'hinterland, con il gesto pazzesco di cui poi si è reso colpevole?" si chiede Pieragnoli che continua: "A finire sul banco degli imputati sarebbero quindi non l'autore o gli autori del delitto come buonsenso e giustizia vorrebbero, ma addirittura la movida e la semplice voglia di divertimento di tanti ragazzi. Il sacrosanto principio secondo cui la responsabilità penale è personale va così a farsi friggere e con esso uno dei pilastri fondamentali della nostra civiltà giuridica. Ignoranza a parte, è chiaro che dietro queste semplificazioni, si nasconde la volontà più o meno esplicita di colpevolizzare una intera categoria di onesti imprenditori, stigmatizzando moralisticamente un modo piacevole di socializzare tipico del nostro tempo".
"I locali e i pubblici esercizi regolari rappresentano un serio baluardo contro il degrado, l'abuso di alcool, le devastazioni - sottolinea con convinzione il direttore di Confcommercio - sono occhi vigili sulle strade e le piazze delle nostre città, collaborano con le forze dell'ordine, partecipano a progetti educativi. Il vero dramma sono i venditori irregolari di alcolici e i minimarket che esercitano abusivamente, che alterano il mercato e riversano ovunque in città e a qualunque ora, fiumi di alcool a prezzi ridicoli".
"Sono anni che chiediamo una salvaguardia del centro storico di Pisa, attraverso regole chiare e rigide, per salvaguardare i negozi di vicinato e i pubblici esercizi regolari. Nessuno ha mai risposto ufficialmente alle nostre richieste - conclude - le norme ci sono, manca purtroppo la volontà politica di assumere tali decisioni, sicuramente difficili, ma che rappresentano l'unica possibilità di salvezza del nostro territorio".