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Cronaca Centro Storico / Via Silvio Pellico

Salta lo street food all'ex deposito bus: "Spaccio e gente che urina in pubblico, costretti ad annullare"

Profonda amarezza nell'organizzatore dell'evento che attacca il Comune di Pisa: "Ci siamo fidati dell'amministrazione, ma l'area non è utilizzabile. Soldi persi che nessuno rimborserà"

C'è tanta rabbia mista a dispiacere nelle parole di Alfredo Orofino, organizzatore dell'European Beer Market, un evento di street food che avrebbe dovuto svolgersi da oggi, 13 settembre, fino a domenica 16, presso l'ex deposito bus di via Silvio Pellico a Pisa. Avrebbe appunto, perchè l'evento è stato annullato: l'area tra degrado e problemi logistici non è considerata adatta.

Ma andiamo con ordine. L'organizzazione dello street food parte da lontano, e per la precisione dallo scorso marzo. "La nostra organizzazione ha presentato il progetto il 28 marzo e successivamente è stato approvato per Piazza Vittorio Emanuele. Subito dopo l'approvazione abbiamo pagato suolo pubblico, manifesti, affissioni e tutti gli onori comunali - spiega Orofino - solo qualche giorno fa ci è stato però comunicato che l'area di Piazza Vittorio Emanuele è interdetta alla somministrazione". La delibera della Giunta Conti è infatti del 19 luglio e prolunga ed estende un provvedimento già adottato dalla precedente amministrazione, prescrivendo di "mantenere il divieto dell’apertura di nuovi esercizi di somministrazione e/o di vicinato alimentare che vendono bevande alcoliche, nonchè il trasferimento di attività già in esercizio provenienti da altre zone", in un'area che contiene anche piazza Vittorio. "Perchè ci hanno avvertito così tardi?" si chiede Orofino.

Ma la storia prosegue. "Dopo una serie di trattative con l'amministrazione comunale, ci viene offerta la proposta di spostare l'evento presso l'ex deposito bus di via Silvio Pellico, luogo, a dire della stessa amministrazione, adatto per questo tipo di manifestazioni, vicino al centro e poco distante dalla location precedente - sottolinea Orofino - dal momento che il tutto si è concluso la scorsa settimana, non riuscendo a fare un sopralluogo in tempi brevi, ci siamo fidati e abbiamo accettato".

Poi la brutta sorpresa. "Oggi (ieri, ndr), appena arrivato in città insieme ad alcuni operatori che avrebbero dovuto partecipare con i loro prodotti, abbiamo effettuato un sopralluogo e ci siamo resi conto che è un'area degradata e non utilizzabile per manifestazioni in particolar modo quando si deve svolgere somministrazione dove il cibo e le bevande sono gli assoluti protagonisti - attacca Orofino - il primo problema riguarda l'accesso: sono presenti panettoni in cemento e le banchine dei bus che rendono lo spazio davvero ristretto e difficile da raggiungere per camion e furgoni, per non parlare delle criticità legate alle normative di sicurezza per i partecipanti". Poi l'altro aspetto, in effetti sotto gli occhi di chi si ritrova a passare nella zona: il degrado. "Ho visto strani giri, sicuramente di spaccio di droga con un'auto che andava consegnava e ripartiva - ci racconta l'organizzatore - poi un uomo camminava con le mutande abbassate e un altro urinava in un angolo a due passi dalla fermata dell'autobus, inoltre siringhe e sporcizia tappezzavano la piazza. E' impossibile pensare di poter organizzare un appuntamento come il nostro lì, ci meravigliamo di come l'Asl possa autorizzare un evento di somministrazione in una zona degradata come quella. Addirittura ci hanno detto che l'area è sotto la Soprintendenza e ci hanno fatto mille raccomandazioni".

Degrado all'ex deposito bus di via Silvio Pellico

"Lavorando da ormai tantissimi anni in giro per l'Italia (Orofino organizza numerosi street food, ndr), è la prima volta che ci succede di dover annullare una manifestazione ed è per questo che siamo molto amareggiati e delusi non solo perché il Comune di Pisa ha perso un grande evento, ma anche perché gli operatori, venti in tutto, che dovevano partecipare arrivavano da tutta Italia e anche dall'estero: uno arrivava dall'Austria, uno dalla Germania, un altro dalla Slovenia". Insomma un disagio non indifferente per chi contava su quattro giorni di lavoro, ormai persi.
"Come organizzazione calcoliamo una perdita di circa 25mila euro, soldi spesi in pubblicità, ma anche nelle varie pratiche burocratiche necessarie, come l'occupazione di suolo pubblico, tassa sui rifiuti, affissioni, scia - sottolinea con amarezza Orofino - ma bisogna poi calcolare anche la perdita per gli operatori, che avevano acquistato cibo che ora dovranno buttare, per non parlare delle spese di viaggio e degli alberghi prenotati. Ci riserviamo di ricorrere alle vie legali per i danni subiti e abbiamo già inviato una mail al Comune per chiedere almeno parte di rimborso delle spese".

"Per noi è sicuramente un danno economico - conclude sconsolato - ma anche per Pisa è sicuramente un danno d'immagine non indifferente. Sono veramente arrabbiato. Sto tornando a casa".

La replica del Comune di Pisa

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