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Cronaca Barbaricina / Via Andrea Pisano

Assegnazione diretta spazi Via Pisano: il sindaco dice no a Rebeldìa

Durante l'incontro tra l'amministrazione comunale e i rappresentanti del Progetto, è stata sottolineata la volontà di destinare l'edificio ad attività giovanili e aggregative, ma il trattamento deve essere lo stesso per tutti

Alla fine l'amministrazione comunale ha detto di no. Nell'incontro che si è svolto questa mattina tra il sindaco Marco Filippeschi e i rappresentanti di Progetto Rebeldìa il verdetto è arrivato come un macigno sulla testa del cartello di associazioni: impossibile procedere con l'assegnazione diretta degli spazi di Via Andrea Pisano, come da mesi chiede Rebeldìa. Secondo il Comune, che ha redatto un documento per spiegare le ragioni del suo no, "non sussite alcun obbigo giuridico di procedere ad una trattativa privata per l'aggiudicazione di un appalto, allorquando sia andata deserta una precedente procedura aperta".

Il mondo dell'associazionismo pisano è ampio: dare le stesse possibilità a tutti. E' questo il succo del discorso del Comune che quindi vuole mettere tutte le associazioni sullo stesso piano, senza creare preferenze e favoritismi. Gli spazi di Via Pisano rimarranno a vocazione aggregativa, ma presto verrà emanato un nuovo bando per decidere chi si aggiudicherà l'utilizzo del tanto discusso edificio.

E il pieno appoggio all'amministrazione comunale arriva dalle forze politiche di maggioranza (Pd, Idv, Lista civica In Lista per Pisa, Partito Socialista), pienamente d'accordo con la decisione presa. "Ribadiamo il sostegno alla scelta fatta di destinare il complesso immobiliare ad attività studentesche e giovanili di carattere socio-culturale, ricreativo-sportivo e laboratoriale, aperte alla città, ai giovani e ai migranti, nell’ottica di favorire l’integrazione culturale nel rispetto dei principi di legalità, sicurezza, sostenibilità sociale e valori di pace - sottolinea la maggioranza pisana - una scelta che conferma la volontà di continuare, nonostante i tagli alle finanze locali, a investire nella crescita della città. Confermiamo - aggiunge - a sindaco e amministrazione il nostro consenso a proseguire in un processo che garantisca identico trattamento e possibilità di concorrere a tutti i cittadini e le associazioni pisane, nel rispetto di leggi e regolamenti, come fatto in tutto il percorso seguito finora".

E la delusione di Progetto Rebeldìa è forte dopo il parere negativo espresso dal primo cittadino pisano. "Oggi Pisa si è svegliata con una pessima notizia: i 3500 cittadini pisani, le decine e decine di intellettuali, gli artisti, i musicisti, gli studenti, i migranti, le associazioni e tutte le realtà cittadine che hanno sostenuto l'assegnazione diretta degli spazi di Via Andrea Pisano al Progetto Rebeldia non contano nulla agli occhi del sindaco - scrivono le associazioni in un comunicato - Marco Filippeschi ha respinto la richiesta pubblica di assegnazione diretta per ragioni evidentemente politiche, come dimostra anche la natura dello pseudo-approfondimento tecnico-giuridico consegnatoci: un foglio anonimo, senza intestazione, senza firma. A Pisa il sindaco di "centro-sinistra" ha inequivocabilmente scelto da che parte stare. Ha scelto di dare ascolto e ragione alla destra, compresa quella estrema, e alle sue strumentalizzazioni politiche e di farsi guidare dai ricatti dei pezzi elettoralmente minoritari della sua stessa maggioranza. Una scelta, quella di Marco Filippeschi, che dovrebbe davvero far riflettere la città".

La scelta del sindaco, secondo Rebeldìa, è stata quella di chiudere la porta in faccia alla partecipazione dal basso, alla cittadinanza attiva, all'autogestione di spazi pubblici, privando ancora Pisa delle tante attività gratuite che offriva Rebeldia, dalla palestra, al supporto ai migranti, ad iniziative culturali accessibili economicamente da parte di tutti.
Rebeldìa afferma di aver rispettato i patti, uscendo da Via Battisti un anno fa, trovandosi poi di fronte ogni giorno numerosi ostacoli per impedire l'attività, ma nonostante tutto, scrivono le associazioni, "abbiamo sempre cercato il confronto, lavorando in modo chiaro alla luce del sole, al fianco di tecnici seri e riconosciuti, per dare all'Amministrazione comunale tutti gli strumenti formali per percorrere la strada migliore, che avrebbe fatto vincere tutta la città: l'assegnazione diretta".

"Purtroppo oggi constatiamo ancora una volta che non ci sono né la volontà né, soprattutto, il coraggio politico di rispettare l'impegno preso di assicurare uno spazio e la continuità delle attività del Progetto Rebeldia: a dispetto di tante belle parole, il sindaco Filippeschi non vuole che quelle stesse associazioni, di cui ha spesso pubblicamente tessuto le lodi, siano davvero nella condizione di continuare a vivere - conclude il Progetto - in questo modo il sindaco ha deciso quali sono le sue vere priorità. Chi in questa città ha diritto di esistere e chi invece non ne ha. Ci dispiace deluderlo. Facciamo da subito un appello a tutta quella città che ci ha sostenuto in questi anni perché faccia sentire la propria voce e la propria indignazione, con l’auspicio che il sindaco riprenda in considerazione l'ipotesi e proceda subito all'assegnazione. Intanto il Progetto Rebeldía continua il suo cammino con la serietà e la trasparenza che ci contraddistingue".

 

 

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