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Cronaca

Diritto allo studio, previsti aumenti per la mensa universitaria: "Sarà solo per i meno abbienti, scelta miope"

Sinistra Per fa emergere il caso e si dichiara contraria alla decisione dal Cda dell'Ardsu. Gli aumenti vanno a crescere in base ai parametri Isee

Dal primo settembre le tariffe della mensa universitaria aumenteranno fino ad un massimo di 8,50 a pasto. Un incremento proporzionato all'Isee che il sindacato studentesco Sinistra Per intende contrastare. "La decisione è stata presa dal Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio il 31 luglio 2023. Quello che abbiamo davanti - scrive in una nota il gruppo - è uno dei cambi di paradigma più radicali degli ultimi anni del Dsu Toscana. Un'inversione di tendenza netta e drastica, deliberata in piena estate e senza che ci sia stata alcuna interlocuzione preventiva con le rappresentanze della comunità studentesca. Questa scelta, che apprendiamo essere dovuta principalmente ai vincoli di finanziamento imposti dalla Regione Toscana, renderà il sistema di ristorazione del Dsu una mensa non più per tutta la comunità studentesca, ma rivolta unicamente alle sole categorie meno abbienti. Se fino ad oggi, infatti, la mensa manteneva prezzi che potevano considerarsi vantaggiosi per chiunque, indipendentemente dal reddito, dal primo settembre avrà prezzi assimilabili alla ristorazione privata".

Secondo Sinistra Per si tratta di una "decisione miope sul lungo termine, forse dettata dalla volontà di preferire la stabilità del bilancio di quest’anno alla stabilità del servizio nel tempo: un aumento delle tariffe di questa portata allontanerà inevitabilmente parte dell’utenza dal servizio mensa, con una conseguente diminuzione dei pasti acquistati, dunque delle entrate. Da questo deriveranno minori risorse per sostenere il servizio, con il rischio di abbassamento della qualità e del numero di pasti erogabili". 

"Dopo anni di prezzo invariato, il Dsu Toscana rivede le tariffe al rialzo, giustificando la scelta non solo per ragioni di inflazione, che toccano purtroppo ogni settore esistente, ma anche, citando, al fine di assicurare '[...] per le annualità 2024 e 2025 l’erogazione dello stesso livello dei servizi previsto per il 2023, individuando, a titolo meramente esemplificativo, fra le leve economiche su cui agire [...] quella di 'prevedere una revisione degli attuali sistemi tariffari del servizio ristorazione e residenze che vada verso un tendenziale incremento della copertura dei costi di produzione dei servizi'. Ci troviamo in un contesto ai limiti dell’assurdo: se da un lato il Dsu Toscana, usufruendo del Pnrr, eroga per quest’anno una borsa di studio tra le più ampie di sempre, dall’altro si trova costretto a sopperire a carenze e mancanze strutturali, legate in primo luogo allo scarso finanziamento regionale, facendo 'leva economica' su tutta la componente studentesca a cui non riconosce l’idoneità alla borsa di studio".

Il giudizio della manovra da parte di Sinistra Per è molto negativo: "La Regione Toscana, che sempre si è vantata di avere un sistema del Diritto allo Studio Universitario tra i più avanzati di questo paese, con questa manovra si allontana dall’essere uno standard di riferimento e si avvicina a politiche affini al resto delle regioni. Chiediamo quindi come Sinistra per che la Regione Toscana, unitamente all’Ardsu, si assuma le responsabilità politiche di questi aumenti, spiegando per filo e per segno le ragioni e il supposto impatto economico che questa nuova politica avrà. Di fronte a manovre scellerate come questa, assicuriamo che la voce della comunità studentesca non tarderà a farsi sentire".

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