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Cronaca

'Calcio e integrazione': 11 migranti faranno i volontari per il Pisa 1909

E' il primo progetto capofila in Italia che vedrà attivi gli 11 profughi in attività di volontariato allo stadio, sia per manutenzioni ordinarie che nel servizio di steward durante le partite. Promessa da Gattuso un'amichevole con suoi ex compagni

Per i prossimi 7 mesi l'Arena Garibaldi sarà il terreno dove si giocherà anche la partita dell'accoglienza. E' stato presentato oggi allo stadio 'Calcio e integrazione', il progetto capofila in Toscana ed in Italia che permetterà ad 11 profughi dell'Africa Subsahariana di prestare la loro attività volontaria presso l'associazione sportiva del Pisa 1909.

I ragazzi, seguiti dalla Cooperativa Paim e dall'Acli, si occuperanno dei piccoli interventi di manutenzione ordinaria, dalle riparazioni di muratura al taglio del manto erboso, per poi durante le partite fare a turno da steward. Daranno in breve una mano alla cura della struttura, che da tempo ha bisogno di interventi complessivi di miglioramento. L'attività non ha costi per il Pisa, mentre la copertura assicurativa ed il costo di indumenti e strumenti da lavoro sarà coperto dall'amministrazione regionale e dalla Società della Salute pisana.

"Non potevamo non dare il nostro supporto - ha esordito in conferenza stampa il presidente Lucchesi - si tratta di un'iniziativa importante su un tema attuale, con piacere diamo la possibilità di favorire l'integrazione e la formazione di questi ragazzi". Giancarlo Freggia, presidente Cooperativa Paim: "E' un progetto pilota, il primo in Italia in cui i profughi si muoveranno in una società importante come quella del Pisa. Crediamo molto in questa iniziativa, la città vive di calcio e questo è il modo migliore per inserirsi nel tessuto sociale".

Il progetto terminerà a giugno. La necessità successiva, valida sia per questi 11 migranti che in generale, sarà quella di trovare soluzioni di lungo periodo. Così infatti l'assessore regionale all'immigrazione Vittorio Bugli: "Siamo impegnati a tutto tondo sulla questione ospitalità, sono operazioni come questa che tengono il filo fra la popolazione e chi ha bisogno. Girando in Toscana vedo che all'inizio c'è perplessità, ma con attività di volontariato dove si vede l'impegno per la comunità poi si va in discesa. Adesso si aprirà una nuova stagione. Sono 6mila in Toscana in prima accoglienza, dobbiamo trovare soluzioni di sbocco e percorsi più strutturati, sperimentare, specie in una situazione di occupazione difficile come quella attuale".

La presentazione del progetto 'Calcio e integrazione' con Gattuso ed i migranti (Foto PisaToday-Riccardo Del Lungo)

Riaffermare lo sport come valore di solidarietà. Questo il tema per l'assessore al sociale Sandra Capuzzi, che per lanciare il messaggio propone di fare "una partita con rappresentati del Pisa e della nazionale, insieme ai profughi con una grande festa allo stadio finale". Palla raccolta al balzo da mister Gattuso: "Sono a disposizione per la partita, chiamerò qualche mio ex compagno sperando di riempire l'Arena, è una promessa".

Poi una stoccata alla politica: "Destra e sinistra giocano sul problema facendo polemica per avere pubblicità e voti, ma la storia di questi ragazzi è come quella di tanti nostri connazionali. Devono trovare una nazione che li appoggia, questo è un bel progetto che può far migliorare tutti".

Il responsabile nazionale immigrazione Acli Antonio Russo afferma chiaramente che ci sono "rigurgiti di razzismo, e per combatterlo il calcio è il nostro principale alleato, permette di arrivare a molte persone, più di tanti incontri e conferenze. Qua ci sono persone che fuggono da guerra e misera, è necessario accelerare i processi per il riconoscimento dei diritti. La partita dell'accoglienza va vinta, ne va della civilità del Paese. L'unione fra istituzioni, soggetti sociali e cittadinanza è il modo giusto".

Sui dati locali si sofferma il direttore della Società della Salute Giuseppe Cecchi: "Nel pisano sono accolti attualmente 401 ragazzi, di cui 242 sono 'arruolati' in programmi di utilità sociale. C'è grande impegno e tanti soggetti coinvolti. Vogliamo mostrare come ci siano risultati concreti nell'integrazione, senza creare allarmismi".

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