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Cronaca Camp Darby

Camp Darby tra il presidio e l'ultimo giorno di lavoro per 41 dipendenti

Per 41 dipendenti italiani di Camp Darby il 29 settembre è stato l'ultimo giorno di lavoro, coinciso con lo sciopero e la lunga manifestazione di 200 colleghi contro i tagli della base USA

Per 41 dipendenti italiani di Camp Darby, sabato scorso è stato l'ultimo giorno di lavoro, coinciso con il presidio di 200 colleghi contro i tagli della base USA. I 41 civili italiani non rientrano più nei piani del Governo statunitense che ha ridimensionato gli organici e il giudice del lavoro di Pisa, al quale si era rivolto il sindacato, ha rinviato l'udienza al 16 ottobre, dunque il licenziamento ora diventa esecutivo. I rappresentanti sindacali di Cisl e Uil durante un incontro con il colonnello David Buckingam, comandante della base Usa di Vicenza (di cui Camp Darby è satellite), e dal responsabile della base pisana, Lawrence Kilgore, hanno chiesto un rinvio almeno temporaneo dei licenziamenti, ricordando ai vertici americani l'impegno di enti locali e Regione a garantire cassa integrazione e politiche attive per la riconversione nel mercato del lavoro del personale in esubero, ma la risposta è stata negativa.

L'impressione infatti è che l'amministrazione americana non voglia rispettare le leggi italiane sul mercato del lavoro,  nonostante la convenzione tra l'Italia e il Dipartimento della difesa Usa sulle installazioni concesse in uso alle forze statunitensi. "Non accetteremo - ha detto il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni - che la legge italiana venga calpestata. Noi siamo convinti della necessità di continuare con decisione una battaglia per il diritto al lavoro e per il rispetto delle leggi".

Intanto, la Cisl rivela che nel pomeriggio i vertici della base Usa hanno offerto 18 mila euro ai dipendenti italiani che rinunceranno a ogni futura azione giudiziaria nei confronti del governo Usa: "Ma non ai nostri iscritti perché il nostro sindacato - spiega una nota - ha già denunciato il governo Usa per comportamento antisindacale e non ha siglato l'intesa con gli Stati Uniti sul piano di riorganizzazione".

Il Governo americano non ha ancora inviato gli atti necessari alla Cisl, che aveva impugnato davanti in Tribunale a Pisa  i licenziamenti dei dipendenti italiani di Camp Darby e così l'udienza è stata rinviata al prossimo 16 ottobre. La mancanza di documentazione idonea a discutere la causa fa rinviare l'udienza, rendendo comunque esecutivi i licenziamenti già a partire da lunedì prossimo. Secondo i legali del sindacato la notifica è stata fatta correttamente tanto che ha certamente raggiunto gli Stati Uniti l'11 luglio scorso come documentato. Dal 25 luglio si perdono le tracce del ricorso tanto che il dipartimento di giustizia americano, che avrebbe dovuto rispondere alla Cisl, non ha mai inviato alcuna risposta.
 

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