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Cronaca

Canapisa, il Pd: "Condizioni per una giornata di tensione"

Il Partito Democratico attacca la maggioranza del sindaco Conti sottolineando che, pur non aderendo al presidio, la libertà di manifestare deve essere garantita

Alla vigilia di Canapisa, la manifestazione antiproibizionista da giorni al centro delle polemiche e 'declassata' quest'anno da street parade a presidio fisso in piazza della Stazione, interviene Andrea Ferrante, vicesegretario provinciale del Partito Democratico di Pisa, che prende le distanze dall'evento ma sostiene il diritto alla libertà di manifestare attaccando la maggioranza leghista che si è opposta a Canapisa.
“Noi non aderiamo alla manifestazione. Sappiamo però che la libertà di manifestare è garantita dalla Costituzione anche a chi non la
pensa come noi - afferma Ferrante - il Partito Democratico respinge ogni illazione della destra sulla posizione del Pd relativamente alla manifestazione Canapisa. Come già detto in passato, la Lega si prenda le responsabilità essendo una forza di Governo, che esprime il ministro degli Interni. Noi non siamo tra gli aderenti a questa manifestazione e nemmeno, ovviamente, tra i promotori. In più, negli anni passati abbiamo sempre chiesto con forza che la manifestazione si tenesse nel rispetto della città e delle leggi, collaborando a questo fine con le autorità preposte e chiedendo di prevedere percorsi che limitassero impatti e problemi".

"Crediamo che il clima di tensione, colpevolmente creato dalla Lega e dai suoi esponenti a scopo di propaganda, costituisca invece un pericolo
ed una ulteriore, inutile, lacerazione - prosegue Ferrante - sappiamo che le forze dell'ordine e la Prefettura sono in grado di affrontare questa situazione e di garantire sia il diritto di manifestare previsto dalla Costituzione che la giusta e rigorosa legalità cittadina, ma dobbiamo rilevare che la Lega e i suoi amministratori hanno creato comunque le condizioni per una giornata di tensione ben peggiore di quelle degli scorsi anni. L'idea di sostenere una contromanifestazione a poche centinaia di metri da quella già prevista è una scelta che alimenta gli attriti tra le posizioni". Il riferimento è al presidio promosso dallo stesso sindaco Michele Conti in piazza Vittorio Emanuele per ribadire il proprio no alla kermesse antiproibizionista.

"Il Paese si trova in una situazione drammatica e ci attendono elezioni europee di portata storica. Ugualmente, restano tutti sul tavolo i problemi che interessano il presente e il futuro di Pisa - conclude Ferrante - in questa situazione si sceglie di sviare l'attenzione dalle cose serie montando un polverone controproducente e non risolutivo. Davvero incredibile: questa città merita di meglio”.

A rincarare la dose e attaccare la maggioranza di Palazzo Gambacorti anche Partito Comunista e Fronte della Gioventù Comunista di Pisa: "Indipendentemente dalla posizione che si può avere sulla parata e sul tema della legalizzazione, non possiamo che condannare l’atto del sindaco, che di fatto priva la cittadinanza della libertà di espressione, sopperendo alla sua impossibilità legale di proibire completamente l’evento trasformandolo in un presidio in zona stazione (inizialmente aveva parlato di spostarlo nel lontano quartiere di San Ermete, e allora ci chiedevamo: se come dice si tratta di uno spettacolo indecoroso, perché ne vanno protetti i residenti del centro mentre esso non rappresenta un problema per chi vive in un quartiere popolare?) - affermano dalla sinistra - e poi, con quale autorità il sindaco, che ha autorizzato e promosso la contromanifestazione in piazza Vittorio Emanuele, decide chi può e non può manifestare? Se sabato il Canapisa non si terrà secondo il consueto percorso si sarà creato a Pisa un importante precedente di attentato alla libertà di espressione. Attentato che, da comunisti, condanniamo senza mezzi termini".

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