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Cronaca Pratale / Via San Giovanni Bosco

Evasi Don Bosco: non scatta l'allarme, mancano i soldi per manutenzione

La situazione del carcere di Pisa così come quella di altri istituti toscani è critica e andrà peggiorando. Ad affermarlo il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Maria Pia Giuffrida dopo un sopralluogo

Mancano i soldi per la manutenzione del sistema d'allarme anti scavacalmento del carcere di Pisa che non ha funzionato in occasione dell'evasione dei due detenuti. A rivelarlo, gettando così ulteriore benzina sul fuoco nel panorama delle carceri italiane, è il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, Maria Pia Giuffrida, dopo un sopralluogo dentro il Don Bosco in seguito all'evasione di due detenuti dal centro clinico, uno dei quali è caduto durante la fuga ed è stato subito bloccato.

"La condizione di Pisa - ha sottolineato - non è molto diversa da altri istituti toscani, così come sono note le difficoltà finanziarie in cui versa l'amministrazione penitenziaria che andrà peggiorando anche nei prossimi anni visto che le risorse a nostra disposizione saranno sempre meno". Infine, Giuffrida ha confermato che i due detenuti hanno tentato la fuga "praticando un buco nel muro della cella, attraverso il quale sono usciti all'esterno e da qui hanno scavalcato il muro di recinzione: uno di loro è caduto ed è rimasto a terra con le gambe fratturate, mentre l'altro è riuscito a fuggire".

"L'evasione dei due detenuti dal carcere di Pisa dimostra che nulla è cambiato dall'ultima clamorosa evasione del luglio 2010". Lo afferma in una nota la consigliera regionale e comunale, a Pisa, dell'Idv, Maria Luisa Chincarini, commentando l'evasione avvenuta nella casa circondariale pisana. "In quell'occasione - aggiunge - presentai un'interrogazione urgente in Consiglio regionale per far luce sulla vicenda e per chiedere alla giunta di attivarsi presso il Governo per rimediare alla situazione di collasso della struttura pisana. Venne fuori che i monitor per la sicurezza non funzionavano. Se neanche oggi i monitor e i sistemi antiscavalcamento erano funzionanti, c'é da chiedersi veramente a cosa serva una struttura penitenziaria in cui non si hanno i soldi neanche per attivare i principali sistemi di sicurezza".

Infine, Chincarini sottolinea che "le condizioni in cui versa il Don Bosco sono fatiscenti: si tratta di una struttura sull'orlo del collasso, che ospita tre volte il numero di reclusi per cui era stato concepito". "Il numero degli agenti di polizia penitenziaria - conclude la consigliera regionale dipietrista - a fronte della triplicazione dei detenuti, si è dimezzato diversi anni fa, tanto che si trovano in una situazione di perenne emergenza. I turni spesso prevedono che un agente debba controllare, da solo, contemporaneamente tre piani diversi della struttura, con tutto ciò che questo comporta in termini di stress lavorativo e di garanzie per la sicurezza del penitenziario. Chiediamo che venga fatta luce al più presto su questa vicenda e si individuino le responsabilità ad ogni livello, senza puntare il dito contro l'agente che era in servizio, che, da solo non poteva far fronte a un'emergenza che è diventata la normalità". (fonte Ansa)

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