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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

'C'è Luisa': parte il progetto per prevenire la violenza sulle donne

Gli esercizi commerciali potranno aderire per offrire un aiuto consapevole ed essere presidio contro situazioni di disagio

Ogni negozio, bar, ristorante che mostrerà all'entrata o in vetrina l'adesivo della campagna sarà un luogo in cui donne e ragazze sapranno di poter trovare assistenza nel caso stiano vivendo una condizione di disagio, temendo per la propria incolumità. Lo scopo dell'iniziativa 'C'è Luisa' è quindi quello di prevenire la violenza sulle donne, attraverso la semplice e discreta parola d'ordine-domanda detta al personale di servizio dell'esercizio.

Da quel momento si attiverà una procedura per l'assistenza della persona in difficoltà. Sarà fatta agli esercenti una formazione apposita, con le associazioni di categoria Confesercenti e Confcommercio che hanno dato la loro disponibilità a sostenere e diffondere l'iniziativa. La Società della Salute ha fornito il suo supporto acquistando i primi 40 kit della campagna, composti da vario materiale informativo, che potrà essere fornito alle prime 40 imprese che aderiranno. Il progetto è stato presentato stamani, 18 giugno, a Palazzo Gambacorti, alla presenza degli assessori al sociale ed alla sicurezza Gianna Gambaccini e Giovanna Bonanno, insieme al capogruppo della Lega Alessandro Bargagna ed ai promotori nazionali dell'iniziativa, Nicola Provolo e Giacomo Vianello.

"Ho saputo di questa iniziativa a dicembre scorso - ha detto Bargagna - ha un buon seguito ed ho deciso di portarlo a Pisa. Lo scopo è avere punti di sicurezza in modo diffuso in città. Abbiamo già ricevuto richieste di adesione, sono sicuro possa diventare un punto di riferimento in città". Felici anche gli assessori per l'iniziativa. Gambaccini: "Il progetto ha una forte valenza sociale, per questo ho voluto dare un contributo come presidente della Società della Salute. Spero in un'ampia condivisione per creare una rete di sostegno". Bonanno: "Come amministrazione siamo vicini a questi temi, così importanti anche sotto il profilo della sicurezza pubblica e della tutela dei più deboli".

"Tutto è partito - racconta Nicola Provolo - a fine 2017, quando Radio Deejay fece un post su Facebook parlando di questa iniziativa che si era sviluppata fra Austria, Germania e Svizzera. Io e Giacomo ci occupiamo per lavoro di sicurezza delle donne, abbiamo capito che in Italia non c'era nulla del genere e lo abbiamo proposto a Verona. Originariamente era pensato per le discoteche ed i locali da ballo, poi vista la burocrazia, la normativa e anche la potenzialità, abbiamo semplificato le procedure e le abbiamo ampliate a tutti gli esercizi pubblici. In provincia di Verona sono una 50ina le imprese aderenti, poi ci sono altri comuni in Trentino". 

Il via ufficiale a Verona è stato l'8 marzo 2018. Da allora i casi segnalati di intervento sono stati due. "Verona resta una città tranquilla - ha aggiunto Provolo - ma vari esercenti ci dicono che le situazioni al limite si sono ridotte, segno che la diffusione del progetto funziona come deterrenza". Giacomo Vianello ha specificato che "agli esercenti non viene richiesto niente di più di quanto già non farebbero normalmente in caso di richieste di aiuto. Anzi, la formazione punta a spiegare più cosa non fare, per evitare di peggiorare la situazione con altri traumi". "Nel mio prossimo incontro con Prefettura, Forze dell'Ordine e Polizia Municiaple - ha aggiunto l'assessore Bonanno - porterò all'attenzione questo progetto, in modo che sia conosciuto".

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