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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Certosa di Calci: la storia del Chiostro del Capitolo

Inaugurati il 20 gennaio 2018 i lavori di recupero alla struttura quattrocentesca grazie ai quasi 100mila voti espressi nell'ambito del settimo concorso 'I Luoghi del Cuore' del FAI

Il Chiostro del Capitolo fu costruito intorno al 1471 da Maestro Lorenzo di Salvatore da Settignano, di impianto quadrangolare è circoscritto per tre lati da un colonnato in pietra arenaria sormontato da capitelli in stile composito e poggiante su un basamento continuo in muratura intonacata con piano in lastre di pietra.

Il lato nord è chiuso dalla parete che delimita la Cappella del Colloquio nella quale si aprono le due finestre a croce quattrocentesche. Al centro del chiostro, pavimentato con 'mezzane' in cotto posate a spina di pesce, è collocata la cisterna in marmo architravata realizzata nel 1608 da Orazio Bergamini. Sulla parete est è presente un lavabo in marmo bianco di Carrara inserito in una nicchia con cornice a volute, conclusa da un timpano con il simbolo 'CAR'; all’interno della nicchia è un affresco con puttini recanti simboli della passione attribuito a Bernardino Poccetti (Firenze 1548 - 1612), pittore al quale si deve anche l’affresco con l’Ultima cena nell’attiguo refettorio sulla cui porta di accesso, inserito in una finta cornice dipinta, si trova un affresco raffigurante 'Cristo nutrito dagli angeli', soggetto legato alla funzione di quello spazio.

I lavori eseguiti nel restauro e le immagini

Le vicende del chiostro del Capitolo sono legate a quelle del Refettorio: Giuseppe Alfonso Maggi, Priore della Certosa dal 1764 al 1797 e al quale si deve la grandiosa opera di ristrutturazione e ampliamento dell’edificio, fra le prime opere intraprese, provvide a realizzare le nuove celle per i frati conversi al piano sovrastante il corridoio delle foresterie. Nel 1771 si era concluso il lavoro di costruzione della volta di questo corridoio che aveva imposto la chiusura di tre finestre sulla porta del refettorio, sottraendo luminosità a quell’ambiente. Il Priore pensò quindi di aprirne di nuove nel muro laterale sinistro modificando però la cappella della Compassione o dell’Annunziata che era stata realizzata alcuni decenni prima proprio nel braccio ovest del chiostrino capitolare, tamponandone le arcate; nell’ottobre del 1771 ne fu modificato l’ingresso riposizionandolo sulla parete opposta, sul corridoio delle foresterie, in modo da renderla luogo ad uso degli ospiti.

Fra il 1773 e il 1775 fu commissionata al pittore fiorentino Pietro Giarrè la decorazione della cappella: egli realizzò quattro figure di profeti ‘a chiaroscuro‘ di cui oggi restano solo due, raffiguranti i profeti Isaia e Daniele, recuperate con l’intervento appena concluso al di sotto dello scialbo, angeli nelle volte e una elegante decorazione rocaille su fondo rosa sulle pareti. Nel 1914, al fine di recuperare l’aspetto originario del chiostro quattrocentesco, furono demolite le murature fra le arcate, e conseguentemente parte dell’opera del Giarrè fu distrutta e parte occultata sotto uniformi stesure di colore.

Non si hanno notizie dell’altare, probabilmente in muratura, ma rimane ancora in Certosa il bel rilievo in marmo del secolo XVII con l’Annunciazione ricollocato, probabilmente proprio a seguito dei lavori novecenteschi, nella Cappella di Santa Filomena.

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