Normale e Sant'Anna tra le migliori 200 università del mondo
Un risultato che premia i due istituto d'eccellenza della città della Torre che lavorano per migliorare ancora
Una grande soddisfazione per la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa che entrano a far parte della classifica mondiale delle 200 migliori università al mondo secondo il QS World University Rankings 2018. "I risultati sono ottimi per il posizionamento globale e per quello in Italia, dove il podio è condiviso con grandi istituzioni come il Politecnico di Milano e l’Università di Bologna, ma soprattutto per l’affermazione nell’indicatore che misura l’impatto della ricerca ('Citation per faculty') e che vede le nostre due scuole universitarie superiori entro la 30ª posizione mondiale, la Normale in 18ª posizione e il Sant’Anna in 27ª - commentano il direttore della Scuola Normale Superiore, Vincenzo Barone, e il rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, Pierdomenico Perata - si tratta di un risultato estremamente positivo perché conferma l’altissima qualità della nostra ricerca e la capacità dei nostri docenti e ricercatori di saper conquistare e mantenere la leadership in aree di ricerca avanzatissime".
“Il successo conferma anche il valore del sistema universitario e della ricerca italiano che, pur non essendo finanziato come in altri paesi europei, dimostra di saper essere largamente competitivo - proseguono Barone e Perata - i risultati del QS rappresentano un’ulteriore sfida: i nostri ‘fondamentali’, soprattutto la qualità della ricerca, sono solidissimi ma abbiamo potenzialità per consolidare risultati che appaiono già ottimi, tenuto conto anche del nostro dimensionamento e della particolare ‘missione’ che, come scuole universitarie superiori, ci viene assegnata, riconoscere il talento dei nostri allievi, valorizzare il merito, fare ricerca e trasferimento tecnologico ai più alti livelli. La federazione Normale, Sant’Anna, Iuss ci permetterà di aumentare la competitività grazie anche a progetti di ricerca comuni e di aumentare il nostro dimensionamento che, allo stato attuale, è ancora non adeguato per competere sullo scenario globale, nonostante le continue affermazioni, certificate dai principali ranking internazionali che danno risultati univoci, al di là delle differenti metodologie utilizzate”.