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I ragazzi di Fridays for Future in piazza sulle note di Lucio Dalla

Sotto l’albero di Natale la celebre canzone 'Caro amico ti scrivo' diventa un appello al Governo per agire immediatamente contro l’emergenza climatica

Singolare iniziativa dei ragazzi del movimento Fridays For Future Pisa che venerdì 20 dicembre, riuniti nel consueto presidio per il clima sotto il Comune, hanno coinvolto presenti e passanti in un grande coro di appello al Governo italiano. Sotto l’albero decorato con luci e festoni in Piazza XX settembre, hanno parafrasato la celebre canzone di Lucio Dalla in un testo di denuncia e incitamento all'azione. "Oh governo ti scrivo, così ci ascolti un po’. E siccome sei sordo agli appelli, più forte ti scriverò".

"Dopo più di un anno di mobilitazioni, la situazione è identica a prima, se non peggiore - commenta Gabriele Moretti - abbiamo ancora davanti agli occhi il fallimento della Cop25, la conferenza Onu per il clima, avvenuta qualche giorno fa. Dopo due settimane di discussioni le nazioni non sono riuscite a trovare un accordo per ridurre le emissioni, nonostante milioni di persone in tutto il mondo siano scese in piazza, e nonostante gli studi, i report e gli appelli degli scienziati. Al summit per il clima hanno vinto gli interessi delle grandi compagnie dei combustibili fossili".

Ed è proprio alle grandi compagnie, oltre che alle istituzioni, che i ragazzi del clima si rivolgono, denunciando gli investimenti del governo italiano in gas e petrolio. "Siamo bombardati di pubblicità e messaggi che riguardano l’adozione di comportamenti 'più sostenibili' da parte dei singoli - dichiara Livia Tolve - come se il peso dell’emergenza climatica fosse solo sulle spalle dei cittadini. Fridays For Future rifiuta con decisione questa lettura. Specie con la mobilitazione del 29 novembre abbiamo indicato chiaramente che la soluzione al problema non è il cambiamento dei comportamenti dei singoli, ma delle multinazionali e dei principali attori del sistema di produzione. Attiviste e attivisti sparsi in tutto il mondo sono scesi in piazza per gridare che la crisi climatica è parte di una più generale crisi sociale, prodotta dal sistema economico-politico. In Italia, Eni è l’emblema di tutto questo: mentre in tutto il mondo si parla di emergenza climatica e di decarbonizzazione, Eni investe in combustibili fossili, scommettendo in petrolio che ancora giace sottoterra e che dovrebbe a tutti i costi rimanerci".

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