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Cronaca

Arno, movida e rumore: il comitato 'La Cittadella' chiede un nuovo regolamento sulle emissioni

L'associazione di cittadini chiede all'amministrazione di rivedere l'accordo sulle emissioni rumorose con 'Arno Vivo' ed 'Argini ​&​ Margini'​ per la prossima estate. "Discoteche a cielo aperto nonostante le segnalazioni"

"Il diritto alla salute dei residenti, seppur tutelato da leggi nazionali, continua a subire da anni lo strano fenomeno di una distorsione spazio temporale che sembra impedirne il rispetto intorno alle rive dell’Arno a Pisa". Con queste parole inizia il comunicato stampa diffuso dal comitato cittadino La Cittadella.

I residenti lamentano in particolare l'attività "fracassona" di 'Arnovivo' e 'Argini & Margini', ai quali "continua ad essere permesso di fare musica a tutto volume nonostante le segnalazioni dei residenti". L'estate appena passata è stata un incubo raccontano i cittadini: "La musica a palla di Arnovivo capitava che facesse anche da colonna sonora ai film del Giardino Scotto (come 'Vamos a la Playa' durante la proiezione del film 'La teoria del tutto')".

Se da un lato l'amministrazione ribadisce la necessità di tutelare i residenti da degrado e movida, dall'altro "Arnovivo ed Argini & Margini, dopo anni, continuano periodicamente a trasformarsi in vere e proprie discoteche a cielo aperto fra le case, in un contesto come il centro città, che è del tutto incompatibile con tale attività. Questa estate i residenti hanno addirittura subito il raddoppio delle serate di frastuono, aggiungendo al venerdì anche il sabato notte ad Arnovivo e il martedì al sabato ad Argini & Margini".

Un diverso comportamento invece a Pontedera: "Perplessità suscita poi il fatto - continua il comunicato - che questo sia avvenuto mentre un'analoga attività a Pontedera, gestita sempre dalla stessa Cooperativa, non ha avuto il rinnovo dei permessi ed è stata chiusa. Viene spontaneo chiedersi ancora una volta, come mai allora a Pisa si procede come se nulla fosse? L’attività rumorosa non solo non  viene contenuta ma si permette che raddoppi?".

Concludono quindi i residenti nella zona: "Rattrista constatare ancora una volta che, da anni queste due strutture sull'Arno continuano tranquillamente a fare affari sulle spalle della salute dei cittadini, secondo un andazzo che, nel panorama cittadino, risulta ormai un’inaccettabile e irragionevole strana eccezione".

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