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Cronaca

Operatrice sanitaria data alle fiamme, il ricordo dei colleghi: "Sempre disponibile e sorridente"

Profondo cordoglio anche da parte del sindaco Marco Filippeschi: "Dobbiamo combattere con ogni forza il femminicidio"

Non tardano ad arrivare anche da Pisa le manifestazioni di cordoglio per la morte di Vania Vannucchi, la 46enne lucchese, operatrice sociosanitaria all'ospedale Cisanello di Pisa, morta in seguito alle ustioni riportate dopo che un ex collega martedì a Lucca l'ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco.

"La nostra città è colpita al cuore dalla violenza che ha ucciso Vania. Dobbiamo combattere con ogni forza il femminicidio che insanguina il nostro paese. E’ una vera e propria strage. C’è un gravissimo problema di cultura da affrontare. Siamo sfidati da ciò che accade ogni giorno. Si deve fare informazione e prevenzione, per garantire piena libertà alle donne, a partire dalla realtà domestica, sul lavoro, ovunque" commenta il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. "Il sacrificio di Vania Vannucchi deve spronarci a fare sempre di più, per combattere la violenza contro le donne, per vincere l’omofobia, perché siano rifiutate ogni sopraffazione e ogni discriminazione - prosegue il primo cittadino - a nome di tutta la città siamo vicini ai familiari di Vania, come alle sue colleghe e ai suoi colleghi di lavoro".

E proprio dall'Aoup arriva una nota in cui viene espresso profondo cordoglio per la tragedia: "L'Azienda ospedaliero-universitaria pisana si stringe attorno ai familiari di Vania Vannucchi. Vania lavorava nell'unità operativa Medicina V, a Cisanello; era stata assunta all'inizio di febbraio e il suo contratto sarebbe scaduto nel gennaio del 2017. All'Aoup si trovava benissimo e sperava che la sua esperienza lavorativa potesse continuare. Si era perfettamente inserita nel nuovo ambiente e, come testimoniano tutti i colleghi, che la ricordano affranti, era sempre disponibile e sorridente".

"Di fronte a questo femminicidio come di fronte alle altre innumerevoli violenze sulle donne, dobbiamo combattere" commenta invece il presidente della Toscana Enrico Rossi, il cui primo pensiero è rivolto ai giovanissimi figli della donna. "Le leggi ci sono e gli strumenti pure. Dobbiamo isolare e punire gli uomini violenti - dice Rossi - e dobbiamo aumentare la prevenzione, non solo per riconoscere e arrestare quelle dinamiche che sfociano in violenza,
ma anche per aiutare tutte le donne ad ogni età a denunciare, a non trascurare segni premonitori, senza farle sentire sole".

In Toscana nel 2014 sono stata uccise 12 donne e dal 2006 le vittime sono state 77. Nel 2015 sono state uccise più di 160 donne in Italia e nei primi sette mesi del 2016 oltre 60.
La Toscana ha un osservatorio, l'Osservatorio sociale regionale, che analizza tra l'altro la violenza di genere e cura rapporti annuali specifici con la preziosa collaborazione dei Centri antiviolenza, strutture private che operano nei territori. In Toscana prosegue anche l'esperienza del Codice Rosa, avviato come progetto pilota nel 2010 e che consente l'accesso prioritario al pronto soccorso per tutte le vittime di violenze con una stanza dedicata e un team di medici, infermieri e psicologi che si affianca alle forze dell'ordine.
 

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