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Cronaca

Due pisani in Andorra alla corsa fra le più dure del mondo: "E' un'avventura"

Marcello e Francesco sono stati sui Pirenei per 4 giorni di gara, 233 chilometri in montagna, per la Eufòria Dels Cims: "E' la montagna che chiama. Al ritorno sei una persona diversa"

Il 'trail running' è la corsa in mezzo alla natura, che diventa 'ultra trail' in caso le distanze o il dislivello, cioè la quantità di salita, superino certe soglie, cioè i 42 chilomentri di lunghezza o i 4mila metri di dislivello. I due pisani Marcello Villani e Francesco Saviozzi, nostre vecchie conoscenze, hanno compiuto una nuova impresa: pochi giorni fa hanno concluso la Eufòria Dels Cims in Andorra, sui Pirenei, per 5 giorni di corsa, 233 chilometri di 'passeggiata' e 20mila metri di dislivello.

Marcello è un informatico di 46 anni, Francesco, detto 'Franco', 41enne tassista. La montagna una grande passione. Ma che fatica! "Abbiamo fatto gare anche più dure - racconta Marcello - ma questa è stata tosta, complice una caviglia che mi sono infortunato mesi fa e mi ha fatto male tutto il tempo". Non è uno sport per improvvisati: "Si corre a circa 3mila metri. Abbiamo passato 5 picchi sui 3mila e 26 fra i 2.500 ed i 3mila. Non c'è un tracciato, l'organizzazione ti fornisce una traccia gps e poi devi trovare tu il percorso, per raggiungere tappa per tappa le 4 basi vita. In questi punti di ritrovo c'è uno spazio per mangiare, uno per lavarsi e una branda per dormire. Ci ritrovi lo zaino che lasci all'organizzazione con tutto l'occorrente che hai preparato, dal cibo agli accessori. Poi in gara sei praticamente solo tu, il tuo compagno ed il paesaggio. E' una vera avventura, è come fare l'esploratore".

'Eufòria' sui Pirenei: i due pisani esploratori in Andorra

"Per questa corsa - prosegue Marcello - siamo partiti mercoledì alle 7 di mattina e siamo arrivati domenica alle 9 di sera. Dopo già due giorni di marcia si sentono i dolori, le infiammazioni... si deve conoscere il proprio limite, rimanerci sempre di poco al di sotto senza superarlo. Ci sono stati momenti duri, ma sono anche i più significativi una volta arrivati. Il momento più bello è stato quando una nostra amica, Alice, è rimasta da sola perché la sua compagna ha dovuto abbandonare, così ci ha raggiunti e poi abbiamo proseguito insieme fino in fondo. E' stato emozionante sentire la nostra comunione di intenti, la voglia di farcela. Ci abbiamo messo tutto quello che avevamo". 

La preparazione è fondamentale, non si può improvvisare: "Questo sport ti assorbe quasi tutto il tempo libero, ti alleni anche 5 volte a settimana". Cosa porta a spingersi così ai propri limiti? "E' difficile dirlo, più che la passione per la corsa in questi casi è proprio il richiamo della montagna. Dopo avventure del genere torni diverso, accresciuto. Scopri cose di te che non sapevi, dopo queste fatiche. Andorra poi è bellissima, paesaggi fantastici, è come essere in paradiso". "Sono anche contento - conclude - che l'azienda per cui lavoro, NTT Data Italia, ci abbia sponsorizzato. Non per il costo, che non è alto, ma per l'attenzione che c'è stata nel voler supportare un'esperienza così formativa. Stiamo parlando di una multinazionale giapponese. Non è una cosa comune, ci ha fatto piacere".

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