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Cronaca Centro Storico / Corso Italia

Manifestazione per Zakir: in centinaia al corteo di solidarietà

Circa un migliaio gli intervenuti al corteo di solidarietà indetto dalla comunità bengalese per manifestare la propria voglia di verità e giustizia. Hanno partecipato numerose autorità cittadine e l'ambasciatore del Bangladesh. Lanciata raccolta fondi

Si è tenuta nel pomeriggio di venerdì 18 aprile la manifestazione di solidarietà per Zakir Hossain, il cameriere bengalese morto per l'aggressione della notte del 13 aprile scorso. Il corteo è partito regolarmente alle 15 da Piazza Vittorio Emanuele ed ha proseguito per Corso Italia, fermandosi per un momento nel luogo in cui lo sventurato è stato colpito dal suo aggressore. Fra cori, striscioni e cartelli è arrivato al Ponte di Mezzo ed ha imboccato il Lungarno Mediceo, raggiungendo poi Piazza Mazzini dove si è sciolto a seguito del saluto del prefetto Tagliente.

Tante le condanne del gesto insensato ed i richiami ad una unità pacifica della città insieme con gli immigrati. "Questa è una manifestazione per la pace – ha esordito Salim Mohammed, uno dei portavoce della comunità bengalese – è per il futuro dei nostri bambini che qui crescono e studiano. Vogliamo rispetto e giustizia, nell'interesse di tutti". Dopo aver osservato un minuto di silenzio è toccato al sindaco Filippeschi rispondere al lanciato appello di verità. "E' stato un atto di pura violenza – ha detto – che non ha niente a che vedere con il razzismo, la movida o pratiche straniere. Questa manifestazione è un segno di consapevolezza, si riconosca che gli immigrati sono cittadini fra i cittadini".

Morte di Zakir: manifestazione per le vie della città

Presenti al corteo i deputati Pd Maria Chiara Carrozza e Paolo Fontanelli, Adriano Sofri, il sindaco di Cascina Alessio Antonelli ed il presidente della Provincia Andrea Pieroni, insieme a vari esponenti di enti, associazioni, sindacati e formazioni politiche locali. Si è visto anche l'ambasciatore del Bangladesh, ricevuto in precedenza dal prefetto Francesco Tagliente. "Poteva essere colpito chiunque – ha commentato quest'ultimo – e la rapida evoluzione delle indagini dimostra l'importanza dell'impianto di sorveglianza. L'anagrafe delle telecamere è stata uno strumento di supporto utile agli investigatori ed avrà un forte valore di deterrenza: da oggi tutti sanno che chi compie gesti come questo viene scoperto".

Alla fine sembra scongiurata la natura etnica dell'aggressione, anche in base ai recenti risultati delle indagini. La confederazione dei Cobas Pisa in un volantino parla però di una realtà ben diversa: "La città è campo di raid e aggressioni razziste, sotto la cenere covano tensioni e conflitti". Più conciliante Sergio Bontempelli di Africa Insieme: "Bel segnale la presenza delle istituzioni e la speditezza delle indagini, noi insistiamo che sia coinvolta la famiglia di Zakir, diamo il nostro supporto. E' vero però che in città c'è un clima di tensione, di disprezzo verso gli immigrati. Questa vicenda non c'entra, ma è indubbio che questa pressione ha un suo ruolo".

Lanciata anche una raccolta fondi per la famiglia di Zakir dal Dopolavoro Ferroviario ed il progetto Mondostazione, insieme al Comune di Pisa. E' possibile effettuare donazioni al seguente Iban: IT35 S 05034 14011 000000004949 intestato a 'Notaio Bianca Corrias Solidarietà Famiglia Zakir'.

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