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Crollo del tetto della Chiesa San Francesco: tempi incerti per le riparazioni

La struttura è di proprietà del Demanio e da anni necessita di manutenzione, lavori che però la Soprintendenza non può fare per carenza di fondi. L'ordinanza del Comune fissa un mese di tempo per le riparazioni, ma mancano le aziende disposte a farli

Un mese, probabilmente di più. Non si sa quando sarà realizzato l'intervento per la riparazione del crollo di una parte del tetto della Chiesa di San Francesco. Il Comune di Pisa ha emesso un'ordinanza di protezione civile dove fissa il termine di un mese per il recupero del cedimento, ma dalla Soprintendenza dei beni artistici e architettonici della Toscana non arrivano buone notizie.

L'edificio è del Demanio e quindi la competenza dei lavori sarebbe appunto della Soprintendenza, che però non ha fondi per intervenire. L'architetto Marta Ciafaloni ha affermato che l'ente interverrà subito, compatibilmente però con l'accettazione dell'incarico da parte delle ditte, che sanno che verranno pagate non prima di un anno.

"In questo momento difficile poche sono quelle che hanno disponibilità immediata - è stata la preoccupante considerazione dell'architetto - purtroppo paghiamo la scelta politica degli ultimi anni che ha portato a un irragionevole zero il finanziamento dei restauri condotti dalle Soprintendenze e alla decimazione del personale con evidenti conseguenze per il patrimonio".

Le tre cappelle private, in una delle quali è conservata la sepoltura del conte Ugolino della Gherardesca, erano probabilmente da alcuni giorni esposte alle intemperie. La scoperta del crollo infatti sarebbe stata fatta il giorno precedente dall'assessore Serfogli, durante un sopralluogo sulle mura medievali. Il parroco della chiesa Padre Tommaso Rylko: "E' stato l'assessore ad avvertirci, non ci eravamo accorti di nulla perché un controsoffitto impedisce di vedere il buco da sotto. Ora speriamo in interventi urgenti per scongiurare il rischio di ulteriori crolli e infiltrazioni d'acqua".

L'area interna interessata rimane off-limits per pubblico. La paura è che senza manutezioni efficaci il degrado possa continuare fino a comportare la chiusura per ragioni di sicurezza di tutta la chiesa.


 

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