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Cronaca San Giuliano Terme

Ragusa, Logli in tv al figlio: "Giuro che non ho ucciso mamma"

Venerdì la trasmissione Quarto Grado ha dedicato una nuova puntata alla scomparsa della donna di Gello. Il figlio Daniele: "Se avessi pensato che papà fosse colpevole me ne sarei andato di casa"

"Babbo, giurami che non hai mai fatto niente alla mamma". "Giuro sui miei figli che non ho ucciso Roberta". E' uno dei passaggi andati in onda ieri sera, venerdì 26 ottobre, nel corso della trasmissione di Rete 4 'Quarto Grado' che da tempo si occupa della vicenda di Roberta Ragusa, la 44enne di Gello, nel comune di San Giuliano Terme, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 e mai più ritrovata. Una vicenda per cui Logli è stato condannato dalla corte d'appello di Firenze che ha confermato i vent'anni per l'omicidio della moglie e la distruzione del cadavere.

Nel corso della trasmissione Logli ha raccontato la sua verità. "Non ho ucciso Roberta - ha ribadito più volte - sono una persona normale, una padre di famiglia, una persona brava. Quella notte ho lasciato Roberta in cucina e sono andato a letto. Non sono mai uscito da casa. Mi sono svegliato alle 6,45, quando ha suonato la sveglia di Roberta. Non sto vivendo, sto sopravvivendo per portare avanti la verità. Penso continuamente a quello che può esserle successo. Manca tantissimo a me e a tutti noi. Lei è una persona speciale. Per me lei è viva".

Secondo Logli Roberta "non si è cercata come era necessario. E' stata cercata benissimo nell'immediatezza. Poi c'è stato uno stacco di un mese in cui non è più stato fatto niente. Questo è stato l'errore più grosso. Noi abbiamo fatto il possibile per torvarla, abbiamo fatto volantinaggio, abbiamo preso un investigatore privato per le indagini. Non abbiamo trovato niente che ci ha aiutato". 

Nel corso della puntata si è parlato anche dei testimoni che hanno riferito di aver visto la donna nei giorni successivi alla sua scomparsa. "C'è una vecchia amica di Roberta che è sicura di averla vista - ha proseguito Logli - così anche un vigile del fuoco. Tutto quello che porta alla mia innocenza non viene considerato attendibile ma viene considerato attendibile tutto quello che è contro di me. Io non sono quel mostro che è stato descritto". L'uomo ha quindi confessato di avere paura di andare in carcere "a maggior ragione perchè sono innocente. Chi ha fatto del male è giusto che paghi. Ero favorevole alla pena di morte. Oggi ho paura, perché quello che è capitato a me può succedere a tutti. Io non ho ucciso Roberta hanno distrutto la mia vita e quella dei miei figli".

Durante il collegamento è intervenuto anche il filgio Daniele, che ancora una volta ha difeso il padre. "Se avessi pensato che mio padre fosse un assassino avrei preso mia sorella e sarei andato via da casa".

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