rotate-mobile
Cronaca

Caritas, oltre mille persone ai centri di ascolto: crescita esponenziale dei poveri

Secondo i dati diffusi dalla Caritas pisana, rispetto al 2008, anno di inizio della crisi globale, la percentuale della distribuzione di pacchi spesa e buoni doccia è aumentata rispettivamente del 157,2% e del 103,61%"

Sono più di 1.000 le persone incontrate ai centri d'ascolto e 1.350 quelle che hanno avuto accesso alla rete della Caritas di Pisa. Per lo più sono stranieri tra i 35 e i 44 anni e che denunciano una condizione di fragilità relazionale: il 56% sono celibi/nubili, separati/divorziati o vedovi. E' quanto emerge da anticipazioni del dossier sulle povertà che la Caritas pisana realizza ogni anno. Nei nuclei familiari di riferimento ci sono figli conviventi e, nel caso delle persone separate/divorziate, il 23% ha 3 o più figli.

"Per noi questi - commenta il direttore don Emanuele Morelli - sono i numeri di una sconfitta. Una sconfitta della società moderna, che al tempo della crisi ciò che serve è il senso del noi più che il senso dell'io. E dunque impegnarsi nella condivisioni, collettivamente, per aiutare le persone in maggiore difficoltà a rimettersi in piedi dritte sulle proprie gambe. Per noi di Caritas questo è un dettato conciliare, per tutti gli altri deve essere un impegno morale per evitare le che le nostre società implodano".

Le persone incontrate dalle Caritas di Pisa posseggono titoli di studio alti e medio-alti più frequentemente di quanto si osserva nella popolazione toscana nel suo complesso a conferma di una presenza che corre sempre più trasversalmente rispetto alla formazione acquisita. Oltre l'80% delle persone incontrate
vive una condizione di disoccupazione e rispetto allo scorso anno la quota complessiva dei disoccupati è cresciuta del 13,2%. "Tra le problematiche maggiormente evidenziate - sottolinea don Morelli - ci sono il disagio economico (65,3%), occupazionale (55,1%) e di salute (7,8%) ma si è significativamente modificata la quota anche con il riferimento al disagio abitativo (34%) e familiare (13%)".

Preoccupa anche, spiega il direttore della Caritas pisana, "il dato relativo a coloro che nel 2012 si sono rivolti per la prima volta ai nostri centri di ascolto dove la quota dei coniugati è di circa il 20% superiore rispetto al totale dei contatti: 61,5% contro il 44%". "Più alta - aggiunge - anche la proporzione di coloro che sono in possesso di diploma (41,3%) e laurea (11,8%), che denunciano con maggiore frequenza la condizione di disoccupazione (87,3%). Infine, la metà di coloro che chiedono aiuto per la prima volta si trova in condizioni prossime alla povertà estrema".

Infine, gli operatori della Caritas pisana nel 2012 hanno confezionato 4.272 pacchi spesa (+1.025 rispetto al 2011), preparato 22.517 pasti (+300 rispetto al 2011) e distribuito 1.242 buoni doccia (+420 rispetto al 2011). "Il dato più significativo - conclude don Morelli - è la variazione percentuale rispetto al 2008, anno di inizio della crisi globale, per pacchi spesa e buoni doccia: aumentati rispettivamente del 157,2% e del 103,61%".

DONAZIONE. La Fondazione Pisa ha destinato 70.000 euro alla Caritas Diocesana per sostenere le realtà che, sul territorio, aiutano le persone nel bisogno: dalle mense per i poveri all'inserimento lavorativo degli ex detenuti, all'aiuto delle neo-mamme, alle necessità degli studenti stranieri. I soldi, d'accordo con l'arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, sono stati assegnati alle mense dei poveri di Pisa (che forniscono 100 pasti al giorno per un totale di più di 22 mila pasti nel 2012), ai Centri di aiuto alla Vita (solo a Pisa sono più di 200 le mamme accompagnate nel primo anno di vita del bambino), al sostegno dei bisogni di sussistenza degli studenti stranieri (circa 150 incontrati nel 2012), all'inserimento lavorativo di un ex detenuto, ai centri d'ascolto delle Caritas parrocchiali per il sostegno alle famiglie con reddito insufficiente. "Ci piace dire che questo è solo un primo modulo d'intervento - ha spiegato Claudio Pugelli, presidente della Fondazione Pisa - perché continueremo anche in futuro con interventi sempre più mirati e non finalizzati alla sola assistenza, ma anche alla necessità di individuare forme di reinserimento lavorativo o di creare nuovo lavoro, magari attraverso la formula del microcredito". "L'assistenza - ha aggiunto Benotto - da sola non basta. E questa collaborazione con la Fondazione Pisa serve proprio a fare di più. A lavoro dentro un percorso comune di condivisione per fronteggiare la crisi".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caritas, oltre mille persone ai centri di ascolto: crescita esponenziale dei poveri

PisaToday è in caricamento