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Cronaca Montanelli

San Marco/San Giusto: "Rubato un altro defibrillatore, è il terzo in 15 giorni"

L'ultimo episodio un paio di giorni fa in via Montanelli. L'appello del dottor Cecchini ai cittadini: "Se vi venisse offerto un Dae usato fate attenzione e avvertite subito il 112 o il 113"

Tre defibrillatori rubati negli ultimi 15 giorni, tutti nel quartiere San Marco-San Giusto. E' la denuncia lanciata dal dottor Maurizio Cecchini dell'Associazione Cecchini onlus che da anni porta avanti un instancabile lavoro per rendere la città sempre più cardioprotetta non solo tramite l’installazione dei DAE, ma anche attraverso l’organizzazione di corsi gratuiti di primo soccorso. "L'ultimo furto - spiega Cecchini - è di una paio di giorni fa e ha riguardato l'apperecchio donato dalla Magistratura di San Marco e installato il 16 ottobre scorso in via Montanelli".

Questo episodio è però solo l'ultimo di una serie: "Nei giorni scorsi - prosegue Cecchini - ne erano stati rubati altri due: quello in via Pasquale Pardi, installato a giugno del 2017 e donato dal dottor Riccardo Luisi in ricordo del padre, e quello installato a maggio dello stesso anno in via dell'Aeroporto, anche questo donato dalla Magistratura di San Marco. Quest'ultimo è già stato sostituito". I furti sono stati denunciati ai Carabinieri che "per identificare i responsabili, potrebbero avvalersi del registrazioni della videosorveglianza cittadina". 

Le ipotesi sul tavolo sarebbero almeno due: quella del furto, appunto, e quella di una 'ragazzata'. "La cosa strana - afferma ancora Cecchini - è che i defibrillatori sono 'scomparsi' tutti nel solito quartiere. Immagino che se fossi un ladro non li ruberei tutti nella solita area della città. Detto questo posso solo dire che l'amarezza è tanta perchè gli apparecchi rubati erano stati installati con i soldi di cittadini onesti che hanno contribuito a rendere la nostra città una delle più cardioprotette d’Italia. Senza considerare tutto il lavoro formativo che c'è dietro ad ogni apparecchio installato".

"Già un anno fa - prosegue Cecchini - fu ritrovato a Livorno dai Carabinieri un defibrillatore che era stato rubato nel quartiere de I Passi. Se si trattasse anche in questo caso di ladri ricordo loro che oltre al reato di furto sarebbero accusati anche del reato di interruzione di pubblico servizio. Allo stesso modo ricordo anche che chi acquistasse un apparecchio DAE usato con matricola corrispondente a quelli rubati (si tratta di un modello Samaritan 350P e due Saver One) sarebbe responsabile di ricettazione, un reato molto grave. Se invece si trattasse di una 'ragazzata' invito gli autori a fare in modo che l'apparecchio sia ritrovato: nel caso possono mandarmi un messaggio anonimo al mio numero, 3387228610, indicandomi il luogo dove ritrovarlo".

"Sono molto dispiaciuto per quello che è accaduto - conclude Cecchini - perchè credo molto nel lavoro che abbiamo portato avanti. Negli ultimi 12 anni i defibrillatori che abbiamo installato sono stati utilizzati 22 volte, in 16 delle quali, circa il 70% dei casi, la persona soccorsa è stata salvata senza riportare nessun danno. Si tratta delle percentuale più alta in Europa".

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