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Cronaca

Caso Buscemi: sarà ancora protesta al prossimo Consiglio Comunale

Annunciata una "mobilitazione non convenzionale" per la prossima assemblea dalla Casa della Donna: "Parleranno i nostri corpi"

Proseguirà con una nuova azione in Consiglio Comunale la protesta contro la nomina di Andrea Buscemi ad assessore alla cultura. La decisione è stata presa ieri sera, 23 luglio, in un'assemblea cittadina svoltasi alla Casa della Donna.

L'assemblea si è aperta con la lettura del messaggio di solidarietà inviato da Vera Vigevani Jarach, ebrea italiana che nel 1939, ancora bambina, si rifugiò in Argentina per fuggire alle leggi razziali e qui, durante gli anni della dittatura militare, divenne una Madre di Plaza de Mayo. "Capisco il vostro sdegno e lo condivido da lontano - scrive Vera Vigevani sulla vicenda Buscemi - è un'offesa per tutte noi donne in particolare ma per tutti ha un risvolto incredibile di lesione morale. Queste poche parole le aggiungo alla mia firma e, da lontano, lunedì col pensiero sarò con voi. Lo faccio anche perché voglio bene a Pisa ed ai pisani. La vostra città mi ha spesso invitata a partecipare alle Giornate della Memoria e mi ha ospitata con tanta cordialità e comprensione per tutta la mia e le nostre storie in comune".

Hanno partecipato associazioni, forze politiche e cittadini, che hanno condiviso l'invito di Carla Pochini, presidente della Casa della Donna, a sperimentare nuove forme di protesta: "Ancora non sappiamo la data del prossimo consiglio. Quasi certamente non sarà il 27 luglio, forse il 30 o addirittura nei primi giorni di agosto. Sappiamo però che il giorno in cui si riunirà il Consiglio noi saremo in piazza a chiedere ancora una volta il ritiro della nomina di Andrea Buscemi".

Probabilmente sarà il silenzo a pesare, questa volta: "Ci saremo con una mobilitazione non tradizionale che richiama le pratiche di interposizione non violenta di tanti movimenti di donne, dalle Madri di Plaza de Mayo alle Donne in nero. Dobbiamo compiere un salto di qualità - ha sottolineato la presidente della Casa della donna - ed essere pronte ad una lotta che sia efficace e sostenibile nel tempo. Chiediamo quindi alle associazioni, alle cittadine e ai cittadini di Pisa di unirsi a noi in questa battaglia di civiltà partecipando ad un'azione di mobilitazione in cui saranno i nostri corpi a parlare per noi: abbiamo pensato a schiere di cittadini e cittadine che silenziose, vestite di rosso occupino lo spazio pubblico dentro e fuori il palazzo e si facciano barriera al dilagare della violenza e della sopraffazione. Una schiera di corpi, stretti uno all'altro, a difesa dei principi di democrazia e giustizia, a difesa dei diritti delle donne, contro un'istituzione violenta". 

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