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Cronaca

Studenti disabili: ore di sostegno mancanti alla scuola 'Gamerra', per il giudice è discriminazione

Dopo la segnalazione allo sportello 'SosM5S' la famiglia di uno studente autistico ha fatto ricorso al giudice ordinario contro il Miur per l'attribuzione di un numero ridotto di ore dell'insegnante di sostegno. Riconosciuta la condotta discriminatoria

Fino alla sentenza del Tribunale ordinario di Pisa dello scorso 17 febbraio uno studente autistico della scuola media 'Gamerra', insieme alla classe, ha ricevuto la metà delle ore previste dalla legge per l'insegnante di sostegno. Una condotta nei confronti dell'alunno riconosciuta come discriminatoria dal giudice, che quindi ha disposto la cessazione della stessa ed in aggiunta ha condannato il Ministero dell'Istruzione a pagare le spese legali e 500 euro come risarcimento per il servizio non erogato. Secondo Gianfranco Mannini, il consigliere comunale 5 stelle che riceve ogni giovedì le richieste di aiuto dei cittadini allo sportello 'SosM5S', quest'anno a Pisa ci sono stati 70 ricorsi al Tar per motivi di questo genere, procedimenti che sarebbero solo una piccola parte di una realtà molto più grave: "Il 90% degli interessati – afferma Mannini – non fa ricorso per paura di ritorsioni, perché si vede una pubblica amministrazione contraria, nemica". In quasi due anni lo sportello ha ricevuto 183 richieste di aiuto, 3 ogni giovedì.

La sentenza della Corte Costituzionale 80/2010, andando a colpire la 'spending review 2009', ha ristabilito le 36 ore settimanali di insegnante di sostegno per le classi con studenti con grave disabilità, precedentemente tagliate del 50%. Dalla normativa attuale è quindi garantito il rapporto 1 a 1 dell'insegnate di sostegno per le situazioni come nel caso in esame, dove "la previsione serve per includere nel lavoro di classe il disabile, favorendo il lavoro ordinario degli altri studenti perché l'insegnante vale per tutta la classe, impedendo così antipatie o sentimenti negativi contro il disabile. Un'idea giusta – spiega Mannini – che nel caso che abbiamo ricevuto un mese fa non si è verificato: delle 36 ore di sostegno ne sono state previste 18, mettendo per le altre 18 l'assistenza specialistica".

Quest'ultima è una tipologia di aiuto aggiuntiva fornita dalle Asl, nel caso ci siano necessità specifiche ulteriori all'attività didattica, dovute alle peculiarità della disabilità. Le 18 ore di specialistica quindi non riguardano l'insegnamento, che deve riferirsi in ogni caso alle 36 ore di insegnante di sostegno garantite: "L'insegnante di sostegno per lo studente disabile è come l'insegnante ordinario per l'alunno, senza di esso non si fa attività" riassume efficacemente l'esponente 5 stelle. Per questo, attraverso il legale Maria Barone, è stato promosso il ricorso al Tribunale ordinario per il riconoscimento della condotta discriminatoria, che nel caso di specie è rappresentata dalla assegnazione di 18 ore di sostegno e 18 di specialistica, quando invece dovevano essere sicure 36 ore di sostegno, più le necessarie di specialistica.

Rivolgendosi al Tribunale ordinario e non al Tar la famiglia ha ottenuto una pronuncia dichiarativa nel merito della discriminazione, subito operativa, senza dover ordinare un nuovo provvedimento amministrativo sull'assegnazione delle ore. La vicenda però, se dal lato del ragazzo può dirsi al momento conclusa con l'integrazione delle ore mancanti, potrà avere nuove conseguenze sul lato delle responsabilità. "Vedremo se fare un ricorso alla Corte dei Conti – sostiene Mannini – perché l'assistenza specifica di 18 ore magari non era dovuta. Era stata prevista infatti per raggiungere il monte di ore totali di 36, intese come 'di presenza dell'adulto di riferimento' come dice il Pei (Piano Educativo Individualizzato), ma non si specifica la natura delle attività".

"Per questi motivi promuoveremo un'interrogazione al Ministro per capire chi ha effettivamente deciso il taglio di queste ore, proponendo che paghi lui le sanzioni. E' un atto molto grave – conclude Mannini – perché risparmiando sulle ore di sostegno in questo modo per 18 ore settimanali di specialistica si è di fatto 'parcheggiato' il disabile senza che facesse attività didattica. Una lesione grave dal punto di vista della cultura dell'inclusione".

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