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Cronaca Calci

Monte Serra, no alla caccia: "Andrebbe chiusa per tutelare ambiente e cittadini"

Il comitato 'Non Vogliamo Una Toscana Rosso Sangue' chiede alla Regione di estendere il divieto posto nell'area limitrofa percorsa dall'incendio

"Il Monte Serra ha appena smesso di bruciare e i cacciatori già pensano a dove andare a sparare". Il comitato cittadino 'Non Vogliamo Una Toscana Rosso Sangue' chiede maggiore attenzione alle istituzioni circa la tutela di cittadini ed ambiente nel post-incendio del Serra, in particolare spinge per un potenziamento del divieto di caccia previsto dalla Regione Toscana per l'area, come esposto ieri 27 settembre in conferenza stampa dall'assessore regionale Remaschi

Gli attivisti, anche presenti all'incontro, riconoscono "l'enorme impegno economico, l'energia e la prontezza d'intervento messe in campo per aiutare tutti i cittadini in questo stato di crisi" alla Regione, per poi esporre i loro dubbi sull'attività venatoria. "Vogliamo ricordare - scrivono - che la caccia non è un diritto, ma è una concessione che lo Stato fa ad alcuni cittadini con determinati requisiti in alcune circostanze, di conseguenza, in caso di un'emergenza così importante, di fronte ad un territorio devastato, a cittadini sotto shock che hanno visto la morte negli occhi e dovranno affrontare problemi molto gravi, questa concessione dovrebbe essere revocata favorendo la sicurezza dei cittadini in toto e salvaguardando un ambiente che non può sopportare ulteriore inquinamento e ulteriori stress".

Nel dettaglio non piace la possibilità di cacciare il cinghiale anche nella 'fascia di tutela' prevista: "Ci chiediamo se le associazioni venatorie e i nostri politici si rendano conto di quanto i cinghiali possano correre durante questa attività, che crea disagi ai cittadini, movimenta animali creando rischi alla viabilità e al territorio già devastato. Questa modalità di caccia inoltre, rappresentano anche un grave pericolo per tutta l’altra fauna selvatica fuggita dall'incendio e rifugiatasi proprio nelle zone perimetrali".

"Gli spari sentiti nella mattina del 27 settembre dai cittadini di Calci e di Vicopisano - concludono - mentre il fuoco ancora bruciava il monte, hanno creato grande agitazione e molte persone hanno chiamato le forze dell'ordine senza alcun risultato. Allora vorremmo chiedere al Presidente Enrico Rossi di pensare alla maggioranza dei cittadini, quelli che non hanno un fucile ma che stanno vivendo un vero dramma, di pensare al nostro monte e ai territori limitrofi dimostrando che la sicurezza collettiva prevale sull'attività concessa ad alcuni... in queste situazioni, senza se e senza ma, la caccia andrebbe chiusa su tutto il territorio comunale. La priorità sono i cittadini cacciatori o i cittadini in toto e il territorio?".

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