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Cronaca

Educazione, i dati sulle attività: almeno un caso di bullismo in ogni scuola

La conferenza dei sindaci per l'educativo composta dagli assessori dedicati dei 6 comuni del Piano di Zona illustra le risorse e le azioni intraprese per il sostegno ed il monitoraggio delle scuole

Un sistema complesso fra attività, bilanci e monitoraggio, che incide sulla qualità della vita nelle scuole pisane. L'assessore alle politiche socioeducative e scolastiche del Comune di Pisa Marilù Chiofalo, insieme ai colleghi di San Giuliano e Vicopisano Marilena Bandinelli e Matteo Ferrucci, in rappresentanza della Conferenza dei Sindaci per l'educativo, hanno esposto a Palazzo Gambacorti i dati riguardanti il sostegno in termini di attività e risorse che il Piano Educativo Zonale assicura alle scuole dell'area pisana.

AMBITO DI APPLICAZIONE. L'area interessata è quella dei 6 comuni Pisa, Cascina, Calci, San Giuliano, Vecchiano e Vicopisano, per 25 istituti scolastici distinti, 15 comprensivi fra medie ed elementari e 11 superiori. "I comuni - spiega la Chiofalo - non hanno competenze educative, ma supportano le attività da un lato con i servizi tradizionali, come trasporto e mensa, e dall'altro con attività di natura sociale, cioè inclusione, formazione e contrasto del disagio".

Nei Piani Educativi Zonali le attività sociali sono finanziate a metà fra Regione e Comuni. Si tratta di circa 760mila euro complessivi, a cui si aggiungono fondi ricavati da bandi ministeriali ed europei, nell'ordine annuo di circa 3/400mila euro. Vi rientrano finanziamenti per progetti nel settore degli 0-6 anni, educazione non formale cioè campi solari e ludoteche, e l'educazione formale, cioè destinata alle singole scuole in base alla popolazione scolastica, per progetti di inclusione disabilità, mediazione linguistica monitoraggio e formazione sul disagio e sportello di ascolto psicologico. Per queste ultime attività, nell'ambito dei 3-18 anni, per il 2016/2017 sono stati stanziati 294mila euro, 164 con fondi comunali e 129 regionali.

DISAGIO E BULLISMO. Nell'area pisana si contano circa 15mila studenti, 12mila nei comprensivi e 3mila nei superiori. Da un sondaggio anonimo promosso durante l'anno 2015/2016 durante la formazione sul metodo educativo KIVA, risposta in peer-education al bullismo, è stato chiesto alle scuole di fornire la percezione sulla diffusione del fenomeno. Hanno partecipato in tutto 312 insegnanti di 14 istituti, 10 comprensivi su 15 e 4 superiori su 11. Rilevati 102 casi di bullismo, nelle scuole si va da un caso fino a 14, nessuna scuola esclusa. Ben 208 docenti hanno espresso il bisogno di avere a disposizione una figura di facilitazione.

"La partecipazione non buona è un dato su cui riflettere e lavorare - commenta la Chiofalo - non credo che sia sottovalutato il fenomeno, si sa che è difficile denunciare, mi domando piuttosto come sia possibile insegnare ai bambini a 'litigare bene', sviluppando la propria competenza relazionale, quando sono gli adulti che vivono con acredine e conflitti costanti. Occorre quindi sensibilizzare a 360 gradi. Questi sono comunque dati importanti, quelli che non vengono intercettati nel sistema sono i genitori".

Sul tema lancia un allarme anche l'assessore di San Giuliano Bandinelli: "Il bullismo è presente, abbiamo registrato casi sui pulmini, di bimbi che tornano a casa colpiti da pugni, manate o sputi. Non ci sono accompagnatori. Si parla di bambini di 7-8 anni. Subiscono forse delle aggressività che così rigettano fuori, c'è da lavorare su questo".

DISABILI. "La grande maggioranza degli studenti diversamente abili - afferma l'assessore di Pisa - frequentano gli istituti tecnici e professionali. A cascata ciò appare legato al loro ridotto numero che poi arriva all'università, a cui spesso si accede dopo il liceo". Sono 505 gli studenti di scuole primaria e secondaria che nell'anno scolastico 2015/2016 hanno frequentato gli istituti comprensivi della zona. Il 46,14% dei casi sono classificati come gravi. Agli istituti superiori sono 275, con una percentuale di casi gravi del 31%. Le attività hanno riguardato musicoterapia, espressione artistica e teatro, pet therapy, cioè attività sensoriali in grado di sviluppare la comunicatività.

LINGUA. Nel 2015/2016 è stato introdotto per il primo anno il progetto di mediazione linguistica. Secondo dati dell'Ufficio Scolastico Provinciale su 2617 studenti non italiani 456 parlano poco o affatto l'italiano, 393 negli istituti comprensivi e 65 nei superiori. Il servizio L2 ha coinvolto 169 alunni per 900 ore di servizio. "Non abbiamo raggiunto tutti per le risorse limitate - dice la Chiofalo - ma abbiamo avuto molte richieste, cercheremo di ampliarlo sempre di più. Anche in questo caso si nota la maggiore presenza di stranieri negli istituti tecnici e professionali".

SPORTELLO DI SOSTEGNO. Il servizio di ascolto psicologico è stato unificato per tutte le scuole ed è operato dalla Asl da chi esegue anche il Consultorio adolescenti, con attività sia singole che di gruppo. Negli istituti comprensivi ha interessato 269 alunni (154 femmine e 116 maschi), 102 insegnanti e 185 genitori. Negli istituti superiori sono stati 250 studenti (161 femmine e 89 maschi), 88 docenti e 65 genitori. I temi sollevati dai ragazzi hanno riguardato soprattutto relazioni fra coetanei, poi studio, famiglia, cambiamenti fisici e insoddisfazione del proprio corpo.

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