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Cronaca

Emergenza abitativa, i sindacati: "Oltre 2mila case sfitte, pubblico e privato collaborino"

Cgil, Cisl, Uil e i sindacati degli inquilini denunciano la sempre più grave crisi abitativa legata a sfratti e case vuote: "Mancano risorse pubbliche e volontà politica"

Un'emergenza abitativa sempre più grave, spinta dalla crisi e dalla mancanza di investimenti pubblici di prospettiva. Un approccio istituzionale assistenzialista, che non bada invece a promuovere la stabilizzazione degli inquilini. Sono queste le critiche di fondo mosse da sindacati ed associazioni di categoria alle istituzioni nazionali e locali. Per denunciare la situazione e chiedere interventi e risorse si sono riuniti alla Camera del Lavoro oggi, 30 marzo, Cgil, Cisl e Uil, insieme al Sindacato Nazionale Unitario Inquilini ed Assegnatari (Sunia), il Sindacato Inquilini Casa e Territorio (Sicet) e l'Unione Inquilini. E' stato fatto il punto sul numero di sfratti e sulle necessità di Pisa e provincia, con lanciate anche alcune proposte e linee di azione per invertire una tendenza che vede aumentare l'incidenza della morosità incolpevole, legata molto spesso alla perdita del lavoro.

"Da 10 anni ad oggi - ha spiegato Daniele Cosci del Sicet - gli sfratti per morosità si sono raddoppiati. Su 100 di essi prima erano il 50%, ora fra Pisa e la piana dell'Arno siamo al 95%. E' il campanello di allarme più evidente. Ogni anno su Pisa comune sono eseguiti circa 120-130 sfratti". La problematica è ampia, legata sia al numero di case sfitte, sia pubbliche che private, che alla normativa stabilita dalla nuova legge regionale 41/2005, a cui la Giunta toscana sta lavorando per dei correttivi.

La direzione però che sta intraprendendo la Regione è negativa per i sindacati. "E' in atto una mobilitazione regionale - spiega il segretario Sunia Luca D'Onofrio - non possiamo che registrare una mancanza totale di investimenti pubblici. La riforma vuole destinare le somme derivanti dai canoni alle manutenzioni, senza un euro per interventi di lungo periodo". Contestualizza il momento storico-politico Tania Benvenuti della Cgil: "Da tempo i diritti alla casa ed al lavoro sono violati. La revisione alla legge regionale ha rivisto i termini di assegnazione, che fra crisi e intervento pubblico assente crea soltanto una guerra fra disperati. Un degrado poi anche umano, come certi casi fra Pisa e Cascina dimostrano. Il tutto mentre non si recupera il patrimonio pubblico o non si va a toccare quello privato, fra cui si inseriscono anche le case ottenute dalle banche per chi non paga il mutuo: magari il Governo potrebbe chiedere a queste una maggiore partecipazione dopo averle aiutate con tanti soldi".

"C'è anche molta disinformazione - insiste D'Onofrio - sento parlare spesso di case agli immigrati, quando poi i dati dicono che su 6080 case popolari in provincia, il 12% è assegnato a stranieri". A richiedere il beneficio sono però in maggioranza non italiani, "fra il 50 ed il 60%" spiega Virgilio Barachini dell'Unione Inquilini, che incalza sulle storture del sistema: "E' un loro diritto ed è giusto che si possa fare domanda. Ci sono norme però pazzesche, come quella che dice che per partecipare al bando devi essere residente in Toscana da 5 anni. Ho richieste di pisani, che si erano trasferiti fuori per lavoro e poi tornati dopo averlo perso, che per diritto sono esclusi". 

Centrale nell'economia della gestione dell'emergenza è la mancanza di case, ma è una carenza sulla carta. I sindacati infatti contano 85 alloggi di resulta di proprietà comunale vuoti, più altri 45 a Sant'Ermete. Disponibili per l'assegnazione dei primi ne sono 15, mentre per sistemare gli altri 70 l'Apes stima la necessità di un milione di euro. Ma la vera differenza la fa il patrimonio privato. Da dati Sepi sarebbero circa 4.600 le case vuote nel comune di Pisa. Fra i vari usi possibili, i sindacati contano circa 2mila appartamenti sfitti "volutamente vuoti - riassume Cosci - per questo chiediamo che proceda velocemente la costituzione dell'Agenzia Casa, attività per ora fatta provvisoriamente dall'Apes. Facciamo appello a istituzioni e privati, affinché si uniscano per gestire questo patrimonio nell'interesse di tutti. Anche dei privati stessi, che avrebbero con gli affitti introiti con tasse ridotte e garanzie".

Le altre proposte avanzate dai sindacati riguardano nuove regolamentazioni sull'emergenza abitativa, specie per l'assistenza sociale ed il disagio. Ma anche e soprattutto per il lungo periodo, con strumenti come ad esempio l'autorecupero. "L'inquilino - spiega Cosci - paga lui i lavori di manutenzione, che poi vengono detratti dall'affitto. Oggi è di fatto limitato, non si permette una valutazione dell'immobile all'interessato e non è nemmeno detto che alla fine recuperi quanto speso". "Il pubblico - conclude il rappresentante Sicet - dovrebbe poter anche requisire le case sfitte per darle in uso temporaneo, dietro comunque il pagamento dell'affitto. Si dovrebbe poter fare, tramite l'Agenzia Casa, per questioni di emergenza sociale o sanitaria".

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