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Cronaca

Femminicidio, il prefetto Tagliente: "Gli strumenti giuridici non sono sufficienti"

Francesco Tagliente è intervenuto al convegno 'Femminicidio. Perché i mostri? Cause del fenomeno e lotta contro la violenza sulle donne', in occasione del quale ha evidenziato le criticità della legge

“In tema di femminicidio, e in generale di violenza nei confronti delle donne, siamo tutti consapevoli che gli strumenti giuridici offerti dal legislatore sono importanti, ma non sufficienti, se non utilizzati congiuntamente alla professionalità e al sapere scientifico, da parte di tutti i rappresentanti delle Istituzioni, Amministrazioni e Aziende, a vario titolo coinvolti nelle diverse fasi di prevenzione e repressione degli abusi. Ciò vale anche con riferimento alla tutela della vittima che ha denunciato la violenza e agli interventi nei confronti del maltrattante, soprattutto se già ammonito”.

Cosi ha esordito il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, chiamato a fare un saluto introduttivo al convegno 'Femminicidio. Perché i mostri? Cause del fenomeno e lotta contro la violenza sulle donne', organizzato alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

Il prefetto ha, poi, proseguito evidenziando che “in alcuni casi, le vittime sono orientate a non denunciare la violenza subita o a non chiedere l’ammonimento, per non creare problemi giudiziari all’autore dello stalking, o per temute sue ritorsioni. A distanza di oltre 4 anni dall’entrata in vigore della legge che ha introdotto il reato di atti persecutori registriamo tanti punti di forza, ma anche evidenti criticità, soprattutto per quanto riguarda gli strumenti per il controllo dello stalker, disturbato mentalmente, che a seguito dell’ammonimento potrebbe maturare atteggiamenti non sempre prevedibili”.

“L’introduzione in ambito penale dell’aggravante del femminicidio - ha aggiunto Tagliente - rappresenta un importante passo in avanti, ma non basta. Sarebbe utile valutare la possibilità di rivolgere una maggiore attenzione allo stalker, che è il vero portatore di un problema comportamentale. E l’occasione potrebbe essere quella offerta dalla ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Istanbul, 11 maggio 2011)”. La Convenzione, che si occupa prevalentemente della protezione delle vittime, fa espresso riferimento anche al maltrattante prevedendo che “le parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per penalizzare un comportamento intenzionalmente e ripetutamente minaccioso nei confronti di un’altra persona, portandola a temere per la propria incolumità.”

Il prefetto ha concluso il suo saluto soffermandosi sulla esigenza di una maggiore professionalità da parte degli addetti ai lavori. “È auspicabile - ha detto - anche formare, con corsi universitari specialistici, tutti gli operatori del settore, combinando le conoscenze degli studiosi delle scienze comportamentali con l’esperienza professionale degli operatori”.

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