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Cronaca Ospedaletto

Ospedaletto, presa d'assalto ditta di lavorazione rame: parti intime mostrate nelle telecamere

I ladri hanno sbobinato grosse matasse di rame che se rivendute avrebbero fruttato 20mila euro. Sono riusciti a mettere fuori funzione alcune telecamere non prima però di prendersi gioco dei vigilantes che stavano osservando i movimenti della banda. Sei arresti

Un assalto organizzato ed in grande stile quello messo in atto nella notte tra sabato e domenica da sei cittadini rumeni ai danni della Carlo Colombo spa, nota ed importante ditta di lavorazione del rame ad Ospedaletto.

Intorno alle 20.30 di sabato, arriva l’allarme antintrusione alla centrale del Corpo delle Guardie di Città che subito invia una guardia sul posto. Dalla visione delle telecamere si accorge dell’entrata nella ditta di cinque persone che avevano scavalcato la recinzione. In pochissimo tempo la banda manomette quattro telecamere su cinque e nel farlo, facendosi beffe di chiunque fosse davanti al monitor a controllare, mostrano le proprie parti intime. Immediato l’allarme ai Carabinieri. La ditta aveva già subito furti in passato da squadre organizzate composte anche da 20/25 malviventi e in diverse occasioni i ladri erano riusciti a fuggire nei campi aperti coprendo la fuga con lancio di sassi all’indirizzo sia dei vigilantes che delle forze dell'ordine. I Carabinieri così circondano la zona, mentre le Guardie di Città continuano a controllare l'interno dell'azienda attraverso l'unica telecamera rimasta funzionante.

Sconcertante la velocità con la quale i cinque soggetti operano all’interno: vengono sbobinate grosse matasse di rame e costruita una scala artigianale con dei pancali, mentre uno dei malviventi entra nella ditta a fianco rubando un furgone, per utilizzarlo per il trasporto del rame.

In poco tempo vengono rubate e portate nel capannone a fianco per essere caricate nel furgone quelle che in seguito si riveleranno essere tre tonnellate di rame, che sul mercato, se rivendute, possono fruttare circa 20.000 euro.

Negli stessi momenti si completa la disposizione intorno al capannone dei Carabinieri, con personale in divisa ed in borghese; i militari in borghese notano delle autovetture sospette, tra cui in particolare una Volvo con a bordo un soggetto che percorre numerose volte la via che costeggia la ditta: subito i militari capiscono che si tratta di un complice che dall’esterno fa da vedetta; anche l’autovettura rumena nota l’auto 'civetta' dei Carabinieri, vi si affianca e, con il telefono cellulare in mano, il rumeno domanda ai militari se fosse “tutto a posto”. Entrambi capiscono l’uno il 'lavoro' dell’altro ed infatti, dopo essere ripartita, la Volvo si allontana. Nello stesso momento dalle telecamere le guardie di città comunicano che i cinque all’interno stanno scavalcando la recinzione per uscire.

Allontanatisi per un attimo nei campi, i 5 si infilano tutti nella Volvo che li carica a bordo; in quel momento scatta l’intervento di tutte le pattuglie dei Carabinieri che circondano l’auto e ammanettano i sei.

Dagli accertamenti effettuati in caserma, i sei rumeni, S.M. di 33 anni, B.F. di 24 anni, G.T. di 45 anni, P.V. di 24 anni, R.S. di 20 anni e A.M. di 25 anni, tutti in Italia senza fissa dimora ed in passato denunciati per l’occupazione abusiva del capannone 'ex Galasso' situato sulla via Aurelia, sono risultati pieni di precedenti penali e di polizia, per reati specifici: uno di questi, probabilmente il 'regista' dell’operazione e conducente della Volvo (quest’ultima intestata ad un altro rumeno, forse prestanome), ha dichiarato ai militari che “stava andando in discoteca”.

Il pubblico ministero di turno ha disposto il carcere per tutti e sei nell’attesa dell’udienza di convalida.

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