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Cronaca Ospedaletto

Inceneritore di Ospedaletto, Geofor: "L'impianto è necessario: non tutto può andare in discarica"

Il presidente di Geofor spa Paolo Marconcini risponde alle riflessioni del gruppo consiliare Una città in comune-Prc che aveva chiesto la chiusura dell'impianto e uno studio per capire quanto il termovalorizzatore sia nocivo per la salute

Sull'intervento del gruppo consiliare Una città in comune-Prc, che aveva chiesto la chiusura dell'inceneritore di Ospedaletto, accusato di provocare una perdita di 3 milioni di euro l’anno a causa dei continui lavori di manutenzione, senza risolvere il problema dei rifiuti urbani, risponde il presidente di Geofor spa Paolo Marconcini.

"Il termovalorizzatore ha un costo di gestione, stante la sua vetustà. E’ stato progettato negli anni Settanta (1974), acceso nel 1980, 'revampato' nel 2002 solo per le parti relative alla produzione energetica e avrebbe bisogno di un ulteriore revamping per essere ammodernato ed essere quindi in grado di diventare produttivo; di essere perciò capace di bruciare in maniera migliore gli attuali rifiuti, molto più secchi rispetto a quelli di un tempo, quando la raccolta differenziata era meno attuata di adesso - afferma Marconcini - la spesa per l’ammodernamento dell’impianto è infatti è prevista nel piano straordinario dell’Ato Costa, che sarà la base per la gara del gestore unico".

L’Ato Costa, come afferma lo stesso presidente di Geofor, produce poco meno di 900 mila tonnellate di Rsu all’anno, con una media di raccolta differenziata che ruota attorno al 45%. "Ma anche ipotizzando uno scenario con percentuali di raccolta differenziata medie pari al 70% - precisa Marconcini - rimarrebbe un 30% di rifiuto indifferenziato, pari  a circa 270 mila tonnellate annue. Non è pensabile di gettare tutte queste tonnellate in discarica, perché ce lo impedirebbe anche l’Unione Europea, essendo il nostro Ato molto ricco di rifiuti urbani biodegradabili, che non possono finire in discarica. Una parte dovremmo perciò continuare a destinarla verso la valorizzazione energetica. Quindi, verso l’inceneritore". 

Gli unici due impianti attualmente rimasti sono quello di Ospedaletto a Pisa e quello in zona Picchianti, a Livorno; sarà quindi necessario revamparli per avere una termovalorizzazione, per non avere la discarica come unica soluzione.

"Nei paesi europei avanzati, assieme ad una percentuale più alta di riciclaggio, c’è il recupero energetico dei rifiuti e una tendenza a valori minimi per ciò che finisce in discarica. E stiamo parlando solo dei rifiuti urbani - aggiunge ancora Paolo Marconcini - si sappia, invece, che una grande quantità di oltre tre milioni di tonnellate di rifiuti speciali (oltre tre volte quelli urbani), prodotti dall’industria e dalle grandi attività commerciali, hanno bisogno di trovare uno sbocco che non può essere solo la discarica, ma anche il recupero di materia e di energia".

Per quanto riguarda l’inceneritore di Ospedaletto, per le manutenzioni sono stati acquistati nuovi filtri a manica catalitici, i migliori sul mercato, che sono attualmente in fase di installazione sulla Linea 2, ferma dallo scorso maggio per il superamento dei livelli di diossine e che verrà riattivata a fine agosto sotto il controllo delle autorità competenti. "Confidiamo quindi di riavere, come nella maggior parte della nostra attività - sottolinea il presidente Geofor - emissioni ben al di sotto dei valori indicati dalla normativa".

"Riguardo invece all’impianto dell’organico siamo in procinto di realizzarlo, ma anche quello avrà costi di gestione - conclude Marconcini che aggiunge: "Infine, per ciò che concerne le emissioni in atmosfera, siamo noi i primi a chiedere alle autorità competenti di affrontare una nuova indagine per monitorizzarle con attenzione nell’intera zona di Ospedaletto, così da sfatare ogni dubbio in merito".

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