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Cronaca Santa Croce sull'Arno

Inchiesta Keu, Pieroni (Pd): "Del tutto estraneo, nessuna finalità di sostegno elettorale"

Il consigliere regionale dem interviene dopo il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta che ha scosso il distretto conciario di Santa Croce sull'Arno

"A seguito della fissazione dell’udienza preliminare, nell’ambito dell’inchiesta che mi vede coinvolto per aspetti secondari, mi preme ribadire, come ebbi a dire già nel novembre 2022, che nelle migliaia di pagine di atti depositate non c’è una riga che accosti la mia persona alla 'questione' Keu, rispetto alla quale sono del tutto estraneo". Ad intervenire dopo la notizia del rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sullo smaltimento illecito del residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli, prodotte dalla combustione dei fanghi delle concerie del distretto di Santa Croce sull'Arno, è il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Pieroni.

Per la Direzione Distrettuale Antimafia, come riporta l'Adnkronos, Pieroni si sarebbe reso disponibile nella campagna per le elezioni regionali tra maggio e giugno 2020 a presentare un emendamento sui rifiuti Keu in cambio dei voti del distretto conciario, che aveva lo scopo di ottenere norme che esonerassero il Consorzio Aquarno dall'Aia, l'autorizzazione ambientale per i rifiuti speciali. L'emendamento passò in Consiglio regionale ma la norma venne abrogata dallo stesso Consiglio nel maggio del 2021. Sempre per l'accusa Pieroni, quale candidato alla regionali si sarebbe attivato, senza successo, per fare pressione sui vertici governativi nazionali e indurre il Governo a non impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale. Inoltre, sempre quale candidato avrebbe richiesto esplicitamente un aiuto elettorale ai vertici del comparto conciario, ricordando a tal proposito il suo impegno per favorire l'approvazione della norma favorevole al comparto.

"Mi preme anche ricordare, come l’indagine della Procura di Firenze ha accertato, come non mi sia intascato denaro nè abbia percepito altre utilità per avvantaggiare privati nello svolgimento della mia attività legislativa di consigliere regionale - precisa Pieroni - viene tuttavia mantenuta nei miei confronti un’accusa diversa, quella di cosiddetta corruzione elettorale, priva di qualsiasi fondamento. A tal fine viene rispolverata una norma di 70 anni fa! Ma in sede di udienza preliminare, dove potrò difendermi davanti ad un giudice, sono convinto che anche questa accusa cadrà. Nelle vicende che mi riguardano ho agito sempre lecitamente, nel rispetto delle regole, nella mia qualità di rappresentante di un territorio – la provincia di Pisa – che annovera la gran parte di uno dei distretti produttivi più importanti e rilevanti del Paese, il distretto conciario".

"L’emendamento che, sottolineo, ho sottoscritto insieme ad altri colleghi, presentato in aula con modalità consentite dai regolamenti consiliari, illustrato dal Presidente dell’assemblea, fu approvato senza voti contrari dal Consiglio regionale il 26 maggio 2020, in un momento in cui le elezioni erano ancora lontane (si sarebbero tenute il 20/21 settembre 2020) e le liste con le candidature erano di là da venire - aggiunge il consigliere regionale dem - gli effetti che da quella modifica normativa sarebbero scaturiti non erano ad personam, ma avrebbero risposto a questioni che provenivano dal territorio e dalle categorie socioeconomiche che vi operano, con le quali la politica non può non interfacciarsi, se non vuole tradire la sua funzione. Chi ipotizza che tale attività istituzionale fosse finalizzata ad ottenere il sostegno elettorale dei vertici dell’associazione dei conciatori dimentica completamente come siano i numeri a parlare: nelle elezioni regionali del 2015 ottenni 6.155 preferenze e nella tornata elettorale del 2020 ne ottenni 6.129, sostanzialmente lo stesso numero di voti - conclude Pieroni - confermo la mia fiducia in un esito che vedrà riconosciuta la mia piena estraneità all’addebito che mi viene contestato".

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