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Cronaca

'Incipit Offresi': vince la giovane scrittrice pisana e porta a casa mille euro

La finale di Torino del concorso letterario ha visto trionfare Benedetta Cerù con il suo 'Blu e Bianco'

Sette mesi di selezioni, 19 appuntamenti, dal vivo e in streaming, più di 100 scrittori in gara, una vincitrice: la più giovane concorrente appena maggiorenne, la pisana Benedetta Cerù. E' lei ad essersi aggiudicata la quinta edizione di Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori che si propone di promuovere gli autori esordienti e la lettura attraverso una gara coinvolgente e divertente. L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti. In 5 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 40 nuovi autori, pubblicato circa 50 libri e coinvolto 6mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali.

Nella finale live di giovedì 2 luglio, sotto il porticato del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, gli otto finalisti guidati da Boosta si sono sfidati a colpi di 'Incipit' presentando in 60 secondi la propria idea di libro o il suo incipit, appunto, con l’obiettivo di catturare l’attenzione della giuria tecnica e del pubblico e aggiudicarsi uno dei premi in palio. A condurre la finale, con Boosta, gli attori di B-Teatro e la partecipazione straordinaria di Mao.

L’autrice dell’incipit vincitore della gara si è aggiudicata un premio in denaro, il Premio Eugenio Pintore, di mille euro per il romanzo inedito 'Blu e Bianco'. Il secondo Premio Eugenio Pintore del valore di 500 euro è stato assegnato ad Antonio Argenio. Tra gli altri riconoscimenti: il Premio Golem, con un contratto di pubblicazione, a Patrizio Cossa e Monica Catalano; il Premio Indice dei Libri del Mese a Fulvia Niggi. Benedetta Cerù ha anche vinto il Premio Italo Calvino con la possibilità di partecipare alle selezioni del premio assegnato ogni anno ad un manoscritto inedito e il Premio Coop in buoni spesa del valore di 400 euro in quanto autrice più giovane arrivata in finale.

Benedetta Cerù è stata, infatti, la più giovane concorrente della quinta edizione del talent: nata nel 2002, vive a Pisa dove frequenta il Liceo Linguistico G. Carducci. Fin da piccola ama disegnare. La passione per la scrittura sopraggiunge alla scuola elementare, grazie all’incontro di una maestra speciale che la avvicina alla poesia, alla musica, alla pittura e al teatro. Oggi Benedetta, nel suo tempo libero, disegna, scrive, canta, ascolta musica e partecipa al gruppo teatrale del Liceo. Dopo l’esordio letterario nel 2018 con 'Quella panchina di Ryelands Park', seguito da 'New Hope', entrambi pubblicati da Carmignani Editrice, si è presentata a Incipit Offresi con il romanzo inedito 'Blu e Bianco' che le ha fatto vincere lo scorso mese di novembre la tappa al Pisa Book Festival del talent letterario itinerante permettendole di accedere alla finale.

L'opera

Jaques è un ragazzo un po’ strano. Vede il mondo in un modo tutto suo, in un modo che non tutti capiscono. Ha sempre vissuto in una casetta bianca, su una piccola spiaggetta, con sua sorella Paula, che si era sempre presa cura di lui fin da quando era piccolo. Jaques segue la sua routine, prende le sue medicine, va al lavoro, partecipa al gruppo di supporto. Quando arriva Erica, però, con il pareo verde acqua e la pelle chiara, qualcosa dentro di lui fa click. Jaques impara cos’è l’amore. Amore che, lentamente, si trasforma in ossessione e accecante gelosia che porteranno Jaques a fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare. Una storia di mare e sangue. Passione e gelosia. Blu e bianco.

L'incipit vincente

Questa si potrebbe dire una storia d’amore. Forse una storia di passione. O forse no. Forse è una storia e basta. Avvenne in un’altra epoca, prima dell’Iphone 7 e della Coca Zero, da qualche parte sulle coste della Corsica. Mi pare fosse il 1982. Oppure il 1984. Ed iniziò tutto con una finestra. La finestra di una piccola casa bianca, su una spiaggetta sempre piena di alghe. Tutto iniziò con una finestra ed un ragazzo, che si appostava sul davanzale polveroso ogni giorno alle 11.25. Gli piacevano le 11.25, era l’ora esatta in cui il sole colpiva le tende color turchese della finestra. Si affacciava, guardava gli scogli vuoti e aspettava il suono delle campane della chiesetta di marmo lì vicino. Suonavano sempre alle 11.31, a volte alle 11.32, ma mai alle 11.30. Ogni volta che le campane suonavano, il ragazzo faceva un segno sul suo quadernino blu. Si può dire che il ragazzo fosse preciso. Forse un po’ troppo preciso, come gli aveva detto una volta quel dottore con gli occhiali storti.

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