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Cronaca Castelfranco di Sotto

Castelfranco di Sotto: il sindaco incontra i migranti accolti sul territorio

Ventisei le persone presenti nel comune castelfranchese. "No ad un'accoglienza diffusa e senza regole, ma dare degli obiettivi precisi con regole chiare" dice Toti

Un incontro per conoscere, confrontarsi, parlare faccia a faccia e capire quali sono i volti e le storie dietro al termine generico 'profughi' che spesso nasconde l’identità sfaccettata di popolazioni in fuga dal proprio paese.

Ieri mattina il sindaco di Castelfranco di Sotto, Gabriele Toti, ha voluto incontrare le 26 persone 'rifugiate', 'richiedenti asilo e beneficiarie di protezione internazionale', che sono ospitate nel territorio castelfranchese. Un momento importante al quale hanno preso parte anche gli operatori e gli assistenti sociali che insieme a queste persone svolgono un’attività di alfabetizzazione e di mediazione. Ad alcuni dei presenti è stata infatti consegnato un attestato per aver svolto corsi di lingua italiana.

“Sono convinto che, prima di tutto, sia necessario conoscere. Per quanto mi riguarda era e resta fondamentale il confronto”, questo il parere di Gabriele Toti a seguito del momento di conoscenza nella Sala del Consiglio Comunale. “È la prima volta che ho l'occasione di incontrare direttamente le persone che ospitiamo: ma non è stato un caso, ho fortemente voluto questo appuntamento, perché ritengo che sia un passo necessario nel percorso di accoglienza e integrazione che il nostro Comune di trova ad affrontare”.

"L’amministrazione di Castelfranco - sottolineano dal Comune - si sta muovendo affinché possa essere avviata insieme alle associazioni locali una forma di volontariato che coinvolga i migranti presenti nel territorio: piccoli interventi e lavori di manutenzione (come ad esempio la pulizia dei giardini) che potrebbero affiancarsi alle attività di mediazione culturale e apprendimento della lingua già in corso. Questo tipo di coinvolgimento può essere un modo per impegnare le persone, affidando loro un servizio utile che contribuisce a ridurre quella diffidenza e distanza che esiste troppo spesso. Un’ottima forma di integrazione che si costruisce con la collaborazione di tutti".

Gran parte delle persone che hanno partecipato all’incontro sono adulti che provengono da molti paesi diversi, tra i quali Sierra Leone, Nigeria e Pakistan. Presente tra loro anche una famiglia nigeriana di religione cattolica con un piccolo bambino che è stato battezzato di recente. Molte le storie e le situazioni raccontate dai rifugiati che stupiscono e coinvolgono. Diverse le provenienze e le strade percorse per raggiungere Castelfranco, ma tutti accomunati dalle difficoltà che li hanno costretti a fuggire dal proprio paese in cerca di un futuro migliore.

“Non credo ai proclami e alle idee barricadere. Le lascio volentieri ad altri - dichiara Toti - ma credo che l’Europa abbia il dovere di aiutare le persone che in preda alla disperazione affrontano viaggi della speranza, rischiando la propria vita e quella dei propri figli. Credo anche che sia necessaria una buona organizzazione, con divisioni dell’affluenza migratoria e del sistema di accoglienza in piccoli gruppi. Per questo mi sono opposto all’ipotesi di utilizzo del Callone, avanzata a più riprese, che avrebbe determinato un accentramento inaccettabile di migranti nel territorio. Di recente ho detto di no a nuovi arrivi nel centro storico di Castelfranco perché si tratta di un’area già densa di presenza straniera, una situazione esistente che deve essere già monitorata e gestita. Non penso che la soluzione sia una accoglienza diffusa e senza regole, ma dare degli obiettivi precisi con regole chiare - conclude il sindaco - l'integrazione è complessa e ci vuole un lavoro lungo e difficile. L'esatto opposto degli slogan facili”.

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