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Ingegneria Edile: tra fusioni di corsi ed insegnamenti ancora scoperti

Alla vigilia della visita del Capo dello Stato a Pisa, gli studenti lanciano un appello per trovare una risoluzione ai numerosi problemi presenti in facoltà. E lanciano la loro protesta pacifica

Approfittano della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che domani inaugurerà l'anno accademico, per accendere i riflettori sulle loro problematiche all'interno dell'Ateneo pisano, gli studenti di Ingegneria Edile, così da far conoscere al Capo dello Stato ciò che vivono quotidianamente all'interno della facoltà. "La nostra situazione - affermano gli studenti - è solo un esempio delle molte criticità quotidiane che gli studenti dell’Università Pubblica italiana sono costretti ad affrontare in questo periodo. Il sistema universitario italiano è in profonda crisi e questo senza dubbio è strettamente connesso al destino dell'intero Paese. Per questo vorremmo chiedere al Presidente, sempre attento ai giovani, alla loro istruzione e alla ricerca per il progresso della Nazione, di non far mancare il suo appoggio agli studenti italiani, futuro di questo Paese, e di invitare le varie forze politiche presenti al Parlamento a non dimenticarsene. Sappiamo - proseguono - che il Presidente ci ha sempre ascoltato, pertanto confidiamo che far sentire la nostra voce proprio in questa occasione e manifestare i nostri disagi, in modo civile, sia fondamentale".

Tutto è nato quando il corso di studi in Ingegneria Edile è stato fuso, in conseguenza alle riforme universitarie, con quello di Civile, dando così vita all’attivazione dei corsi di laurea Triennale e di laurea Magistrale Interclasse Civile­-Edile, nonostante profili di studio e professionali diversi. A questo punto tra gli studenti la domanda sorge spontanea: "Perchè accorpare i due corsi di studio con il maggior numero di studenti iscritti?" Nei due corsi infatti gli studenti sono quasi 2mila. Risultato: classi super affollate con la conseguente difficoltà a seguire le lezioni per gli universitari che magari avevano scelto la facoltà di Ingegneria a Pisa per il suo prestigio e la sua organizzazione.

Ma i problemi non finiscono di certo qui. "Alcuni insegnamenti non sono ancora attivi a distanza di un mese dall'inizio delle lezioni per mancanza di docenti incaricati -  affermano i ragazzi della lista studentesca Ediling 150° - i ragazzi vanno in aula e talvolta aspettano invano che arrivi un professore; c’è addirittura qualche docente che, per venire incontro agli studenti che hanno insegnamenti fondamentali scoperti, si è offerto di tenere le lezioni pur senza incarico e gratuitamente. In tutto questo naturalmente continuiamo a pagare le oltre 2200 euro annue di tasse".
"Inoltre - aggiungono - ci sono molti neolaureati alla Triennale edile obbligati a passare alla Magistrale Interclasse Civile-Edile, con evidenti variazioni nel piano di studi ma soprattutto senza una congrua continuità nel percorso formativo".

E in una situazione così caotica, la marea di futuri ingegneri chiede aiuto: c'è bisogno di sufficienti risorse e docenti da parte della Facoltà e dall’Ateneo per permettere di gestire questa condizione. "Ci chiediamo perché l’amministrazione dell’Ateneo pisano e della Facoltà di Ingegneria, hanno lasciato che i Corsi di Studi di Ingegneria dell’indirizzo Civile-Ambientale avessero negli ultimi anni una carenza di docenti strutturati, nonostante i numerosi iscritti e le opportunità lavorative - concludono gli studenti - visto che il nostro Paese punta ad un miglioramento del patrimonio edilizio esistente e futuro, dimostrato anche attraverso una fiorente prolificazione di norme e leggi sul risparmio energetico degli edifici, sulla sicurezza delle costruzioni in zone a rischio sismico, sulla sicurezza sul lavoro e nei cantieri e sull’acustica, non si capisce perché poi non ci si impegni a garantire una formazione adeguata e di qualità degli studenti che nella professione andranno a svolgere questi compiti".
 

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