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Cronaca Centro Storico / Piazza dei Cavalieri

Piazza dei Cavalieri: quella lapide commemorativa divenuta un orinatoio

E' dedicata alla memoria di due giovani fucilati dai nazisti. Ora è circondata da rifiuti e puzza di pipì

Un'altra storia di degrado nel centro storico, in Piazza dei Cavalieri, cuore pulsante della movida pisana e dei suoi eccessi. Una lapide commemorativa divenuta un luogo in cui soddisfare i propri bisogni fisiologici, al lato della facciata della Scuola Normale, appena dopo aver superato il grande cancello che porta al Polo Carmignani. E' quanto denuncia Graziano Bendinelli, consigliere del Cpt 6 del Movimento 5 Stelle.

Un piccolo albero circondato da una siepe che si apre a sua volta sul suo lato destro. Poi la bruttissima sorpresa. In mezzo a carta igienica, lattine di birra e un insistente odore di urina, eccola la lapide che così recita:

In questo luogo dell’Università degli Studi addì XXIV Luglio MCMXLIV
Fucilati dai nazifascisti caddero Vinicio Biagini e il “Sardo” giovani operai nella luce della Resistenza insorti simbolo di nuova dignità umana. Nel trentennale della resistenza e delle liberazione

Università degli studi Comune e Provincia di Pisa associazioni dell’antifascismo e della resistenza associazioni combattentistiche

Un oltraggio dunque alla memoria di due giovani protagonisti della Resistenza.

La denuncia di Graziano Bendinelli è stata raccolta dalla consigliera comunale Valeria Antoni, sempre del Movimento 5 Stelle, che, proprio questa mattina, ha presentato una interpellanza urgente al sindaco di Pisa, Marco Filippeschi.
“Chiedo al sindaco Filippeschi - così scrive la Antoni - e se è di proprietà dell’Università, al Magnifico Rettore, se questa amministrazione ha intenzione di adoperarsi affinché lo scempio della movida incontrollata nelle strade del centro storico non continui a calpestare la memoria della Resistenza e della Liberazione dal nazifascismo. Chiedo inoltre se oltre a iniziare a contenere i fenomeni dell'abusivismo legati alla movida si intenda procedere per salvare almeno il ricordo di chi in un età sicuramente più giovane pagò con la vita la nostra attuale libertà. Chiedo - conclude la Antoni - se l'episodio della morte di due ragazzii della Resistenza possa venir inserito nel calendario delle celebrazioni del prossimo 25 aprile”.
Infine, così annuncia la Antoni, il prossimo 23 luglio, giorno in cui vennero uccisi questi due ragazzi, una delegazione del M5S, poterà su questa lapide una rosa in loro ricordo.

LA STORIA: CHI ERANO VINICIO BIAGINI E IL 'SARDO'?
Vinicio Biagini, nato a Pisa 14 luglio 1927 e qui caduto, ucciso dai nazisti, il 24 luglio 1944.
Vinicio Biagini, operaio panificatore, comunista, a sedici anni entra nella Resistenza armata all’indomani della caduta del fascismo, il 25 luglio ’43. Milita nei GAP cittadini, portando a termine con successo numerose azioni di guerra e ottenendo il grado di sottufficiale.
Il 23 luglio 1944, a causa di una delazione, è colto sul fatto insieme a un amico e compagno d’armi, il Partigiano 'Sardo', operaio alle poste e studente, mentre trasportano un carico di armi sottratte ai fascisti.

Catturati in via delle Sette Volte, sono condotti al Comando tedesco situato nel Collegio Puteano, in piazza dei Cavalieri, e sottoposti a tortura. Non avendo rivelato alcunché ai nazisti, vengono rinchiusi in una cella di sicurezza posta all’ingresso che conduceva al rifugio antiaereo nei sotterranei della Torre dell’Orologio e, il mattino successivo, fatti bersaglio del lancio di granate da parte di tedeschi e fascisti.

Un cane accompagnava, di solito, i patrioti nelle loro missioni: due giorni dopo, ferito a un orecchio da un colpo d’arma da fuoco, si ripresentò stremato a casa di Vinicio. In maniera inequivocabile guidò la madre sul luogo dell’eccidio, ma i parenti non poterono rendersi conto dell’accaduto poiché gli aguzzini avevano murato tutti gli accessi all’edificio.

I corpi straziati furono rinvenuti dagli alleati il 3 settembre ’44, ricomposti nelle camere mortuarie allestite nella Venerabile Arciconfraternita di Misericordia e in seguito, senza riconoscimento, sepolti in un punto imprecisato del cimitero di Pisa. (Fonte: www.anpi.it)

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