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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Bigattiera, denunciato il maestro Randazzo: lettera aperta alla professoressa Ciccone

Riceviamo da Francesco Gesualdi e pubblichiamo integralmente una lettera indirizzata all'ex assessore Ciccone sulla denuncia per diffamazione nei confronti del maestro Randazzo. Il tema è quello del trasporto scolastico dei bambini rom

Gentile professoressa Ciccone,

sarà perché ho avuto come maestro don Lorenzo Milani, che hanno tentato di zittire accusandolo di apologia di reato, ma a me i dissidi politici che finiscono in tribunale non sono mai piaciuti. Mi ricordano tanto certi tempi andati, ma non troppo, in cui si prendevano a pretesto le questioni di forma per mettere una pietra tombale sulla sostanza che disturbava.

Per ciò che la riguarda, mi riferisco alla sua querela per diffamazione contro Luca Randazzo, a cui andrebbe costruito un monumento per la tenacia con la quale ha non solo difeso il diritto all’istruzione sancito dall’articolo 26 della Costituzione Italiana, ma anche richiamato le istituzioni ad assolvere all’articolo 3 della Costituzione là dove afferma che “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

Il caso, lei lo sa, si riferisce al diritto all’istruzione dei bambini Rom che fra i vari impedimenti hanno anche quello del trasporto. Un ostacolo che in ottemperanza all’articolo 3 della Costituzione, le istituzioni hanno l’obbligo di rimuovere, mentre il Comune di Pisa lo ha rafforzato eliminando il servizio di navetta scolastica. La trasgressione dell’articolo 3 della Costituzione è il vero argomento di cui bisogna parlare e se necessario il vero reato da perseguire, non un’espressione colorita che Randazzo può avere usato per dare forza alla propria denuncia a difesa della dignità umana e civile dei ragazzi che lo stato ha affidato alle sue cure in quanto insegnante.

Ritengo che in un paese civile i dibattiti politici vadano incoraggiati perché sono il sale della democrazia. Per cui il ricorso alla magistratura va usata con grande cautela per non trasformarla in una clava contro la libertà di espressione. Il caso Erri De Luca insegna. Nella mia vita di militante, impegnato in varie campagne contro potentati economici, ho assistito a decine di casi in cui le giuste proteste delle comunità colpite da abusi, sono state soffocate nelle aule di tribunale tramite processi che si concentravano solo su cavilli formali. Mossa abile per oscurare la sostanza e trasformare il carnefice in vittima, e viceversa, in nome di una parola fuori posto.

Per il suo passato di esponente politico e per la sua appartenenza al mondo della scuola, non le fa onore assumere comportamenti solitamente assunti da chi vuole annientare i propri oppositori evitando di discutere la sostanza. Per cui, in nome del suo prestigio le chiedo di ritirare la querela contro Luca Randazzo e di affrontare pubblicamente il tema della condizione dei Rom e del loro vivere a parte che è il vero problema a cui va trovato rimedio.

Cordiali saluti
Francesco Gesualdi

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