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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Giuseppe Mazzini

Licenziamenti Misericordia, il corteo per le strade della città: "Vergognatevi, fuori il marcio"

Numerosi dipendenti e rappresentanti dei sindacati hanno sfilato dalla sede della Misericordia fino alla Prefettura nella giornata di sciopero per i possibili licenziamenti annunciati da tempo. I contratti di solidarietà scadono a fine giugno

Le bandiere dei sindacati e gli striscioni di protesta sventolano in uno dei venerdì di fine maggio più freddi e ventosi che si possano ricordare, per chiedere l'attenzione delle Istituzioni a nome di tutti i dipendenti della Misericordia pisana che rischiano di perdere il posto di lavoro alla scadenza del contratto di solidarietà a fine giugno. Dalla FP CGIL, CISL FP, UIL FPL PISA e COBAS denunciano la cattiva gestione della Confraternita e chiedono che venga riaperto un tavolo di trattativa per rinnovare il contratto di solidarietà e un piano industriale più credibile per il rilancio delle attività.

Alle 8:30 di stamattina c'è stato il primo incontro tra CGIL, dipendenti e prefetto che "si è mostrato molto coinvolto dalla grave situazione  - questa le prime parole di Michele Orsi per FP CGIL - Tagliente ha confermato di essersi già mosso per trovare una soluzione, non ci resta che aspettare. La Misericordia si è impegnata a ridurre la quantità dei lavoratori precettati limitandosi ai servizi di 118, disabili, dialisi e servizi funebri obbligatori. I lavoratori con il contratto di solidarietà sono 64 e anche se non ci sono i nomi ufficiali si presume che siano più di 40 quelli che rischiano il licenziamento, dato che hanno annunciato dei tagli drastici".

Corteo contro licenziamenti Misericordia | Foto E.Piras Pisa Today

La storia dello sfacelo della Misericordia è ormai noto a tutti. Si parla di debiti dalle cifre esorbitanti, cattiva gestione, una continua corsa e rincorsa di intese, rinvii e false speranze per poi arrivare al solito capolinea: il licenziamento dei dipendenti per risanare il bilancio disastroso con un buco in passivo da milioni e milioni di euro. Come verranno mantenuti i servizi con il personale dimezzato? La domanda vale quanto il debito della Confraternita e i lavoratori affermano che ai vertici c'è l'idea di mantenere tutto così com'è a costo zero, puntando sulla collaborazione dei volontari.

Già dalle prime ore del mattino un gruppo di lavoratori davanti alla Prefettura ci racconta la propria esperienza e la forte preoccupazione per il possibile imminente licenziamento, tra questi anche Luca Lotti già intervistato da Pisa Today. "Non c'è la volontà politica di salvare la Misericordia, ma a fare le spese di tutto sono sempre e solo i lavoratori. In caso di chiusura-fallimento tutti i beni andranno alla Curia e al Vescovo mentre noi andremo a casa senza niente".

Sono quasi le 10 del mattino e in attesa dell'arrivo del corteo, che ha percorso il tragitto dalla sede della Misericordia a Piazza Mazzini passando per i Lungarni, si rafforza anche il presidio sotto il Palazzo della Prefettura.

"La nostra è una continua lotta - dice Dario Scalzullo - questo sciopero è necessario per creare un po' di disagio e tenere alta l'attenzione su quello che stiamo vivendo. Qui sembra che lavorino tutti contro di noi, nessuno si interessa veramente. La Misericordia non sa a cosa va incontro, se ci licenzia dovrà fare i conti con noi e salteranno fuori tutte le magagne che ha fatto nel corso degli anni. Come per esempio fare un contratto dichiarando che il dipendente ricopre una mansione, quando in realtà ne fa un'altra. Io stesso ho un contratto da centralinista ma guido le ambulanze. Ci hanno fatto prendere le patenti speciali per guidare i mezzi di pronto soccorso, promettendoci di rimborsarci le spese anche se non abbiamo visto mai un soldo. Abbiamo dovuto lottare anche perchè ci aumentassero di due euro i buoni pasto".

Le storie sono tante e tutte accumunate dal pesante punto interrogativo per il futuro incerto, nonostante gli anni di duro lavoro e sacrifici. "Cercano di metterci l'uno contro l'altro - racconta Graziano Di Venanzio - Io ho dovuto lottare perchè mi dessero 5 giorni di congedo straordinario per gravi motivi familiari: mia moglie è stata male a causa di una malattia e volevo starle vicino, mi sarei accontentato di un permesso non retribuito ma poi ho visto che ad altri dipendenti avevano dato i permessi regolarmente remunerati. Si fanno anche differenze tra lavoratori? A quel punto mi sono rivolto al sindacato, anche se tutto questo è assurdo e ingiusto".

Verso le 11:00 il Corteo si trova in Piazza Mazzini, il tragitto concordato con la Questura è ormai arrivato a destinazione. Dietro gli striscioni i dipendenti continuano a urlare con il megafono parole di rabbia, vogliono spiegazioni e certezze anche se nei loro occhi si legge anche un po' di rassegnazione. I Cobas entrano dentro la Prefettura per un secondo incontro e sotto si aspetta in silenzio qualche segnale positivo da cui ripartire.

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