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Cronaca Centro Storico / Via Cesare Battisti

Lite al ristorante afro-toscano: accusa di razzismo ad un residente, lui nega

Clima teso a Porta a Mare per il locale 'Sapori d'Africa E Toscani', aperto da due mesi. Il diverbio è avvenuto nella notte fra martedì e mercoledì

Reciproche accuse ed un aspro diverbio, dove sono certamente volate parole grosse. Insulti, minacce. All'apparenza sembra un problema di vicinato fra un ristorante aperto da due mesi ed un residente che vive nelle immediate vicinanze, ma a complicare e rendere più delicato il caso c'è l'ipotesi razzista, con tanto di lancio di una pietra che avrebbe colpito un cliente. 

Lo scenario è quello all'angolo fra via Battisti e via Quarantola ed il locale tipico, frequentato in larga parte da senegalesi, è 'Sapori d'Africa e Toscani'. L'episodio del litigio è avvenuto nella notte fra martedì 21 e mercoledì 22 agosto. Protagonisti tre clienti del ristorante, che si trovavano fuori dal locale dopo aver cenato, ed il 59enne Attilio Bonatti, che invece era sul suo balcone sopra l'esercizio. Da questi elementi comuni poi divergono le versioni dei fatti, fornite rispettivamente dal residente e dal titolare del locale, il 62enne Nicola Tamburiello, insieme alla moglie Bousso Gueye, 44 anni. 

"L'altra sera ero fuori il locale e non volava una mosca - ha raccontato Tamburiello - sto attento al rumore, tengo bassa anche la televisione dopo una certa ora, nonostante le lamentele di chi vuole più volume. Comunque entro un attimo per bere qualcosa e sento macello da fuori, esco a vedere e c'era lui che urlava. Ci sono stati insulti e offese, anche razziste, e ha minacciato che ci avrebbe sparato". "Ha tirato un sasso ad un ragazzo colpendolo sulla gamba - ha proseguito il titolare - ci sono poi stati altri episodi prima, come gli insulti razzisti ad alcuni ragazzi che passano in zona mentre sono da soli, o le foto nel parco qua davanti in pieno giorno a persone di colore. Non ci si comporta così se non si è razzisti. Circa 3 settimane fa venne a dirmi che avrei dovuto allontanare gli africani dal locale".

Proprio il confronto diretto fra i due, circa un mese fa appunto, è stato confermato da Attilio: "Sono andato da lui per spiegargli che gli astanti del suo locale esagerano con il fracasso fuori dall'esercizio fino a tarda notte e che era compito suo invitarli, anche se all'esterno, ad abbassare i toni o allontanarsi. Mi ha detto che non erano problemi suoi. Altre volte è capitato che mi affacciassi dicendo di smetterla a chi stava sotto, dopo le 23, ho ricevuto le scuse ed è finita lì".

Sul litigio: "Questa volta c'è stata una reazione diversa, così è nato il diverbio. Mi hanno detto di scendere che mi avrebbero tagliato la gola... io pure ho risposto e nella rabbia posso aver detto cose interpretabili come razziste, tipo 'tornatevene a casa vostra'. Loro ed io abbiamo sicuramente esagerato". Il residente ha rigettato la ricostruzione del sasso lanciato: "Non ho tirato nulla e non ho armi in casa. E' stata una cosa che è durata, si è svolto tutto dalle 23.30 fino a dopo l'una, ho chiamato più volte Polizia e Municipale ma nessuno è venuto". Attilio ha poi aggiunto: "Ho fatto un esposto alla Municipale lo scorso 14 agosto lamentando schiamazzi, scambi strani temo di stupefacenti ma non lo so, deiezioni dietro il cassonetto vicino... non c'entra nulla per me il locale in sé e non mi interessa il colore della pelle delle persone, ma che siano rispettate leggi e civile convivenza. A me interessa solo poter dormire la notte".

Il titolare di un bar a due passi del ristorante, Alberto Cocuzza, ha raccontato che "inizialmente, appena aperto il locale, mi è capitato di trovare la mattina quando venivo ad aprire verso le 5/5.30 dello sporco all'angolo, ma poi le cose sono migliorate. Ora mi pare sempre abbastanza pulito. Io non ho mai avuto problemi, poi la sera comunque sono chiuso. Mi sembra basti un po' di buon senso per risolvere questi problemi".

E' una storia di tragedia e reazione quella di Nicola Tamburiello. Nel 2007 vide morire suo figlio travolto da un autotreno davanti il suo ristorante di Certaldo, poi la malattia della moglie e la partenza per il Senegal, dove ha vissuto 10 anni. Lì aprì una pizzeria e conobbe Bousso, con la nascita della figlia ora di 4 anni ed il nuovo trasferimento a Pisa da dicembre scorso. Con l'apertura del ristorante la piccola ha conosciuto la figlia di Attilio, di 7 anni. Le due hanno cominciato a frequentarsi, ma da qualche tempo il rapporto fra loro è interrotto a causa delle frizioni. Stamani, 23 agosto, del caso si è interessata anche la Questura, che ha parlato con entrambi. "Spero sia finita qua" ha detto Nicola, Attilio: "Mi dispiace per la morte di suo figlio, non sapevo la sua storia. Ha detto falsità, ma lo perdono". Forse un passo avanti è stato fatto nelle 'cose da grandi'. 

   

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