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Cronaca

Lutto all'Università di Pisa: è morto il professor Calabi

Il docente di Filosofia era da tempo malato. Il funerale giovedì al Cimitero Ebraico

Università di Pisa in lutto per la scomparsa del professor Lorenzo Calabi, che all'Ateneo pisano è stato ordinario di Filosofia morale e docente di Filosofia della Storia, ricoprendo le cariche di prorettore per i Rapporti internazionali negli anni 1995-2002, con il rettore Luciano Modica, e di delegato alla comunicazione interna ed esterna e alla promozione delle attività e dell’immagine dell’Ateneo negli anni 2003-2006, con il rettore Marco Pasquali. Il professor Calabi era a riposo dal 1 novembre del 2015.

Il rito funebre si svolgerà giovedì 16 marzo, alle ore 10.30, al Cimitero Ebraico di Via Carlo Cammeo 2 (dietro Piazza dei Miracoli).

Ecco il ricordo del professor Calabi scritto dal direttore del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, il professor Pierluigi Barrotta:

La scomparsa di Lorenzo Calabi non giunge inattesa. Era da tempo ammalato, anche se sino all’ultimo faceva progetti di ricerca e di insegnamento. Mi dicono che pochi giorni fa avesse dato al Presidente del Corso di Studi in Filosofia la propria disponibilità a tenere un corso anche per il prossimo anno accademico. Questo episodio ci dà l’immagine dell’uomo: una persona dedita agli studi e all’università, a cui non ha mai negato il proprio contributo ed impegno. Professore Ordinario, dal 2006, di Filosofia morale, aveva prima insegnato Storia delle Dottrine Economiche. Era anche stato Prorettore per i Rapporti Internazionali dal 1995 al 2002. La sua scomparsa priva la nostra piccola comunità di una persona autorevole, a cui sovente ci rivolgevamo per chiedere un parere e un consiglio, sicuri della sua saggezza e del suo equilibrio.

Noi docenti universitari siamo fortunati. Oltre al ricordo, possiamo lasciare di noi le opere. Lorenzo ne ha prodotte molte. Fine studioso di Marx, di Darwin e, soprattutto, di Hegel, Calabi fece della Filosofia della storia il centro delle sue riflessioni, il filo conduttore che lo ha portato dallo studio degli illuministi scozzesi all’evoluzionismo darwiniano - memorabile è stata l’organizzazione delle Baxter Lectures - sino alle personali riflessioni sulla centralità del presente come punto di partenza per lo studio della storia.

Nel preparare queste poche righe ho riletto l’introduzione che un suo allievo, Andrea Civello, ha scritto ad una raccolta di saggi in onore di Lorenzo. Qui ho trovato una frase che mi sembra perfetta: “il compito della filosofia secondo Calabi: concepire il proprio tempo, concepirlo non solo come esito, ma pure come passaggio, concepirlo nei suoi mutamenti tendenziali, individuando le forze propulsive e quelle antagonistiche, e i fenomeni che ne derivano, fenomeni di civilizzazione e di raffinamento ma, insieme, di scissione, di impoverimento e di uniformazione”. Ho voluto citarla perché, oltre a rendere omaggio a Calabi come studioso, essa gli rende omaggio anche come docente. Lo testimonia l’affetto dei suoi allievi, che si unisce a quello di tutti i suoi colleghi.

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