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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Lupi e ungulati: l'intervento di 'Non vogliamo una Toscana rosso sangue'

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Le Greggi vanno tutelate? Ecco perché siamo contrari all’abbattimento del lupo!

Da mesi vediamo agricoltori e allevatori, affiancati dalle loro associazioni di categoria, scendere in campo contro la fauna selvatica nazionale, bene indisponibile dello stato e patrimonio di tutti i cittadini.

Gli agricoltori si lamentano dei danni ai terreni agricoli causati dagli ungulati e gli allevatori dei danni provocati dal lupo. Ma esiste davvero la volontà di risolvere queste problematiche? Oppure ungulati e lupo diventano il capro espiatorio di mancanze regionali e di politiche mal condotte?

La scienza ci mette in mano tutte le carte per analizzare queste problematiche, infatti sappiamo che la popolazione di cinghiale in Toscana è pressoché costante da anni, che la caccia provoca aumento del numero delle specie oggetto di questa attività, che esistono metodi utili a ridurre, se non azzerare, i danni da ungulato, come dissuasori sonori, luminosi e piani colturali dissuasivi. Ciò nonostante si continua a sparare senza applicare i metodi preventivi, agendo in emergenza e non in prevenzione come la logica vorrebbe.

Affrontando il tema lupo, sappiamo che le aziende agricole sono in crisi, i prezzi del latte sono troppo bassi, i prezzi degli agnelli idem e la burocrazia schiaccia questo settore senza dare sicurezza e tranquillità agli allevatori. Il lupo è un predatore e come tale può nutrirsi di animali domestici, ma predilige la fauna selvatica, a meno che la sua stabilità di branco non venga compromessa! Se un branco viene infatti privato di uno o più individui, si indebolisce e troverà più facile attaccare una pecora piuttosto che un cinghiale. Dunque, qual è la causa del “problema” lupo? Sicuramente il bracconaggio che destabilizza i branchi stabili, così come l’assenza dell’applicazione di tutte le norme preventive che le regioni non hanno ancora messo in pratica a tappeto! Molti allevatori infatti si rifiutano di costruire recinti antilupo, si rifiutano di costruire ricoveri sicuri per la notte, non hanno abbastanza risorse per assumere pastori che controllino le greggi durante il giorno, né vogliono cani da pastore addestrati ad hoc contro il lupo.

Ci chiediamo quindi se gli agricoltori e gli allevatori vogliono davvero risolvere il problema o se vogliono solo attirare l’attenzione sulle loro problematiche sfogandosi sull’ultima ruota del carro dei problemi, ossia la fauna selvatica!

Il piano lupo prevede l’applicazione di misure preventive che negli anni non sono state messe in atto, ed è di conseguenza impensabile consentire un prelievo, anche se minimo, senza aver applicato tutte le misure che risolverebbero nella gran parte dei casi il problema a monte. In più sappiamo perfettamente che il prelievo sporadico di un individuo, non risolverebbe la problematica, poiché, se fosse un lupo singolo, il suo territorio verrebbe presto rimpiazzato da un altro individuo, e se fosse un animale appartenente al branco, il suo abbattimento potrebbe provocare conseguenze ben più gravi, aumentando i fenomeni di predazione.

Noi cittadini siamo dalla parte del lupo, ma siamo anche dalla parte di chi tutela il suo lavoro, ma lo fa in modo razionale, cercando di risolvere i problemi a monte senza sparare a zero su una specie senza avere però la volontà di trovare una soluzione diversa dal fucile!

Quindi si alla prevenzione e ai rimborsi giusti e in tempi rapidi, no alla solita politica di emergenza delle armi che altro non farebbe che danneggiare la biodiversità, i cittadini e aggravare il problema degli allevatori!

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