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Cronaca

Mattonaia, il Municipio dei Beni Comuni: "La sua svendita è il vero atto ostile verso la città di Pisa"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

La Mattonaia deve restare pubblica ed essere utilizzata per la pubblica utilità, il comune deve rispettare la funzione sociale per la quale è stata costruita, dopo averla lasciata colpevolmente in abbandono per decenni”. E’ questa la richiesta del Municipio dei Beni Comuni che lo scorso ottobre, per oltre un mese, ha riaperto al quartiere e alla cittadinanza uno spazio meraviglioso, raccogliendo grande consenso tra gli abitanti della zona. Quella esperienza ha dimostrato che quando gli spazi sono vissuti dalle persone e dai loro bisogni, vengono sottratti non solo all'incuria ma soprattutto alle logiche che creano la solitudine dell'insicurezza.

Un progetto di orti urbani, la riqualificazione della piazza come luogo familiare per le bambine e i bambini del quartiere, alcuni dei fondi utilizzati come aula studio, gli appartamenti per l’emergenza abitativa, possibili spazi di coworking. Queste solo alcune delle cose che furono realizzate in quel mese, e altre ancora erano le idee del percorso di assemblea e di partecipazione che lo stesso Municipio aveva lanciato, senza ricevere alcuna risposta da parte dell’amministrazione.
Oggi ci ritroviamo davanti a una svendita della Mattonaia inaccettabile. Cui prodest? La risposta è semplice: agli interessi privati. E’ strumentale legare la necessità di rifare il manto stradale di via Pietrasantina come motivazione per la svendita della Mattonaia. Le cose non sono collegate. I soldi ci sono ma il Comune non li vuole prendere: sono numerosi i costruttori a partire da quelli della Boccadarno srl che devono milioni di euro al comune di Pisa per i terreni del porto. In un contesto di scarsità di risorse, l'amministrazione invece di valorizzare il patrimonio comune, lo svaluta a favore dei privati con conseguente danno economico per tutta la comunità dei cittadini che vivono Pisa quotidianamente.

Il bivio è sempre lo stesso come nel caso dell’ex-Colorificio o del Distretto 42: patrimonio comune o interessi privati? Anche questa volta la scelta della giunta Filippeschi pende a favore dei secondi e di operazioni immobiliari a dir poco discutibili. Invitiamo tutte e tutti i consiglieri comunali a non privare le cittadine e i cittadini di un bene che è loro e non di questa amministrazione, e di riutilizzarlo immediatamente a fini sociali, produttivi e abitativi.

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