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Cronaca Porta Nuova / Via Diotisalvi

Via Diotisalvi, madre minacciata dai parcheggiatori: "Stai attenta, c'è la bambina"

La donna ha rifiutato di dare soldi ai parcheggiatori abusivi. Uno di loro l'ha così minacciata di spaccare l'auto, facendo poi anche riferimento alla bambina di tre anni che piangeva all'interno del veicolo

Un'aggressione verbale, con tanto di minacce, subita da una donna da parte dei parcheggiatori abusivi in via Diotisalvi a Pisa. E' una nostra lettrice Paola, che ci racconta ciò che le è accaduto.

"Il 27 ottobre, in tarda mattinata, ho parcheggiato all'inizio di via Diotisalvi, zona presidiata come molte altre da venditori ambulanti di origine africana che indicano i parcheggi liberi e chiedono in cambio monete - afferma Paola - pur considerando il fatto molto fastidioso e, in capo a un mese, anche costoso (in aggiunta al pagamento del normale parcheggio), oltre che lesivo dell'immagine della città dal punto di vista turistico, io stessa mi sono spesso trovata a lasciare spiccioli per evitare guai. Già in passato infatti, in zona Piazza Santa Caterina, avevo ritrovato la macchina graffiata visto che non avevo soldi da lasciare".

"Faccio per scendere dall'auto e vengo, come di consueto, avvicinata da un signore africano che prima tenta di vendermi la sua merce e poi mi chiede soldi - continua a raccontare la nostra lettrice - al mio peraltro gentilissimo diniego il signore prima inizia a dire che guarderà la macchina e poi, visto che io mi ero oramai impuntata a non dargli nulla, dice che 'allora tu vai via e io te la spacco'. Premetto che erano in quattro: solo lui ha effettuato però le minacce. Il signore si è allora messo molto vicino alla mia portiera e, dato che io ho iniziato a dirgli che nulla gli dovevo, ha indicato mia figlia di tre anni che piangeva dentro la macchina e ha detto di 'stare attenta che c'era la bambina'".

"Ho subito chiamato il 113, che in pochissimi minuti ha inviato una pattuglia molto disponibile che ha ascoltato la mia versione e quella del signore extracomunitario - sottolinea ancora Paola - purtroppo la Polizia non ha potuto fare nulla se non prendere le generalità del signore e dirmi di sporgere denuncia o querela, con i tempi e i costi che essa comporta. Oltre alla non certezza di eventuale condanna o ammenda perché sarebbe risultata la mia parola contro la loro. Mentre andavo via i quattro signori africani mi hanno anche sbeffeggiato, ridendo e ribadendo che quello era il loro lavoro".

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