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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Minori vendute in matrimonio: continua la polemica

Proseguono le reazioni sul caso che ha portato all'arresto un 47enne a Pisa. Attacchi al sindaco ed alla senatrice Fedeli

Lo scalpore generato dalla vicenda prosegue ad infiammare il dibattito pubblico, con risposte anche polemiche rispetto le iniziali reazioni. Il primo caso in Italia del reato di 'costrizione al matrimonio' contestato a Pisa aveva portato ieri, 23 settembre, a molte dichiarazioni di associazioni ed istituzioni

Alla consigliera comunale del Pd Olivia Picchi non è piaciuto il post su Facebook del sindaco di Pisa Michele Conti: "E' disgustoso, non trovo altre parole. E' disgustoso perchè parte evidenziando la nazionalità di origine del padre ed il fatto che vivessero in un campo rom, come se la violenza sulle donne dipendesse dalla nazionalità e non ci fosse in Italia una vera emergenza: 1 donna su tre è vittima di violenza, una donna ogni tre giorni è vittima di femminicidio. E' un tema troppo serio per non indignarmi verso la strumentalizzazione del sindaco. Non è interessato davvero al destino delle due ragazze e delle donne in generale: sono oltre 300 le donne pisane che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2018".

L'ex ministro e senatrice Valeria Fedeli, intervistata dal Corriere Fiorentino, ha scritto su Facebook: "La destra la smetta di spacciare la violenza contro le donne e i matrimoni forzati per un problema etnico. Sul #codicerosso abbiamo sostenuto misure contro questo fenomeno e revenge porn. Ma c'erano e restano lacune", in merito al fatto che la legge che ha istituito il reato non era stata votata dal Pd. "Il fenomeno - dice nell'intervista a proposito dei matrimoni - riguarda anche tanti italiani che vanno all'estero a sposare minorenni".

Contro di lei è intervenuto nuovamente il deputato leghista Edoardo Ziello, parlando di "benaltrismo": "Pur di negare l'evidenza dei fatti, l'ex ministro preferisce sparare a zero contro gli italiani ed improvvisare le solite barricate radical-chic contro gli smantellamenti dei campi nomadi, dal più comodo salotto di casa sua. Tutto ciò dimostra ancora una volta quanto pesi a Pd e Leu essersi astenuti sul Codice Rosso. Fosse stato per loro, quel rom galantuomo di Pisa sarebbe ancora libero di segregare le proprie figlie. Invece, grazie alla determinazione della Lega, questo provvedimento è legge e lancia un messaggio chiaro nella tutela delle donne vittime di violenze esterne e domestiche, stalking e, appunto, matrimoni indotti: le denunce non vengono lasciate giacere dentro i cassetti, ma consentono di assegnare proprio alle vittime una corsia preferenziale in caso di seri pericoli per la loro incolumità".

Fratelli d'Italia Pisa commenta che si tratta di "una vicenda che nel 2019 non può trovare accoglienza neppure sulla base di una fantomatica quanto rarefatta 'diversità di usi e costumi'. Una simile chiave di lettura oltre ad essere aberrante appare, sotto ogni profilo, intollerabile e priva di giustificazione, come del resto lo era stato qualche anno fa l’episodio della 'Sposa Bambina'. Vendere giovani donne, segregarle ed umiliarle, picchiarle in modo bieco e
brutale, appartiene ad un rito che in nessun modo può trovare alloggio nella nostra società. FdI condanna in modo chiaro e netto tali barbare usanze, augurandosi che il protagonista di questo triste episodio venga condannato ad una pena severa".

Il Coordinamento Donne Cgil di Pisa esprime "la propria vicinanza alle giovani donne bosniache di etnia rom che hanno subito la violenza del padre  perché si rifiutavano di unirsi in matrimonio con gli uomini da lui prescelti. Una inaudita barbarie e violenza fisica, psicologica e simbolica che ha portato all’arresto dell’uomo con l’accusa di 'induzione al matrimoni', reato introdotto dal cosiddetto Codice Rosso. E’ stata la prima custodia cautelare eseguita in Italia con questa motivazione. Un passo avanti importante, ma un ben triste primato. Episodi come questo ci indicano quanta strada c’è ancora da fare per l’emancipazione della donna e dell’uomo in una società imbarbarita e ancora incapace di lavorare sull’educazione e la integrazione delle culture".

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