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Cronaca Tirrenia

Multe al Bagno Hoasy, il gestore dello stabilimento: "Accanimento nei nostri confronti"

Roberto Antonelli, il gestore del bagno di Tirrenia finito più volte al centro delle cronache cittadine, racconta la sua versione dei fatti su quanto accaduto lo scorso week end: "Ci sono molte situazioni peggiori della nostra"

Sanzioni illegittime, nessuna responsabilità da parte della proprietà e se in passato ci sono stati episodi di violazioni ambientali "dimostrino che siamo stati noi a realizzarli". Si sente perseguitato Roberto Antonelli, il gestore del Bagno Hoasy di Tirrenia, dopo la pioggia di multe elevate lo scorso fine settimana a decine di auto, perlopiù di clienti dello stabilimento balneare, parcheggiate lungo la strada di accesso che, come spiegato dall'Ente Parco, "non è mai stata data in concessione al Bagno Hoasy e dovrebbe essere percorribile solo a piedi o da mezzi di soccorso o per il trasporto di materiale".

Una raffica di sanzioni che ha fatto andare su tutte le furie Roberto Antonelli, già finito in passato al centro delle cronache cittadine per presunti abusi ambientali.

"All'interno del territorio del Parco - afferma Antonelli - ci sono decine di stabilimenti balneari e in molti di questi ci sono situazioni analoghe o peggiori di quella del Bagno Hoasy. Non capisco come mai tutto questo accanimento nei nostri confronti, mentre su altri stabilimenti si tengono gli occhi chiusi".

NESSUN SEGNALE DI DIVIETO E NESSUNA MINACCIA. Il gestore del Bagno Hoasy ritiene illegittime le multe elevate la settimana scorsa, tanto da aver già annunciato una class action contro il Parco per ottenere il loro annullamento. Parte dell'area è intanto stata posta sotto sequestro preventivo. "Nel vialino - spiega Antonelli - non c'è alcun tipo di cartellonistica di divieto, nè di accesso nè di sosta nè di altro. Io personalmente non ho mai visto un cartello e se il Parco dice di averne messi allora vada a cercare chi li ha tolti, perchè di certo non siamo stati noi".

Antonelli afferma poi di aver utilizzato un addetto appositamente incaricato per spiegare agli automobilisti che non potevano parcheggiare lungo la strada di accesso al Bagno. "Il ragazzo - dice il gestore dello stabilimento balneare - aveva il compito di spiegare agli automobilisti dove non potevano parcheggiare, anche per evitare che la sosta selvaggia lungo la carreggiata impedisse l'accesso al Bagno dei mezzi di soccorso. Poi gli automobilisti fanno come vogliono e parcheggiano dove pare a loro, noi non siamo ne Vigili ne Carabinieri e più di questo non possiamo fare".Roberto Antonelli gestore Bagno Hoasy-2

Il gestore dello stabilimento balneare nega anche di aver minacciato il direttore del Parco Andrea Gennai, presente anch'egli durante l'attività di controllo. "Ma quali minaccie - dice Antonelli - non ero nemmeno presente in quel momento. Sono stato avverito da mio figlio di quanto stava succedendo e insieme al mio avvocato, che si trovava per caso nel mio stabilimento, sono andato a vedere che cosa stava succedendo. Ho chiesto solamente spiegazioni e non ho mai alzato i toni".

Ma per l'imprenditore balneare c'è di più: "Alcuni mesi fa - spiega Antonelli - ho fatto richiesta formale al Comune per poter utilizzare almeno una porzione del parcheggio dell'ex stabilimento degli americani. Fino all'ultimo la cosa sembrava possibile, poi di colpo l'area è stata data in gestione alla Pisamo. Oltre a questo mi chiedo come mai non si faccia niente per creare dei parcheggi ecologici. Nei paesi del Nord esistono già esperienze simili, ma qui non si fa nulla per noi imprenditori se non tentare di renderci difficile la vita".

NESSUNA VIOLAZIONE AMBIENTALE. Antonelli parla anche delle asfaltature e delle altre opere abusivamente realizzate negli anni scorsi nell’area delle dune di Tirrenia, lungo il vialetto d’accesso che conduce al Bagno Hoasy. Strutture fatte poi rimuovere dal Comune di Pisa, non senza resistenze da parte della proprietà.

"Noi non abbiamo mai realizzato strutture od opere abusive - continua Antonelli - tant'è che non abbiamo nessuna condanna nè procedimenti penali in corso per situazioni del genere. Se ci sono stati degli abusi dimostrino che siamo stati noi a realizzarli o vadano a cercare i responsabili".

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