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Cronaca Centro Storico / Via Cesare Battisti

Kobra firma a Pisa uno dei murales più estesi d'Italia

L'artista brasiliano è fra i volti più noti della street art. L'opera si estende per 160 metri quadri sull'edificio del Centro Maccarrone

Pisa incontra il gigante dei murales: Kobra, artista brasiliano noto in tutto il mondo, reso celebre in Toscana dal David multicolor dipinto in cima alle cave di marmo di Michelangelo, firma uno dei murales più estesi in Italia. Annullata a causa dell’emergenza meteo l’inaugurazione attesa ieri, 3 novembre, al Centro Maccarrone (via Pellico), la maestosa opera lascia il segno e arricchisce il museo a cielo aperto inaugurato nel 1989 da Keith Haring a Pisa. Si tratta del primo e del più imponente intervento di arte urbana destinato a ridisegnare il volto della città nell’ambito del 'Festival della Strada', manifestazione artistica a cura di Gian Guido Grassi con l’associazione 'Start Attitude', promossa da Fondazione Pisa e ospitata a Palazzo Blu, con il contributo del Comune di Pisa e del Consiglio della Regione Toscana, in corso fino al 7 gennaio 2024.

Oltre 160 metri quadrati di superficie trasformata in una eccezionale tela che parla di connessioni, rete e rotte, giocando sulla storia di Pisa, da Repubblica Marinara al centro degli scambi commerciali del Vecchio Mondo, fino alla nascita di Internet: Kobra ha interpretato il tema attraverso uno dei personaggi più emblematici, Galileo Galilei.

Le prossime settimane vedranno sorgere altre opere d’arte urbana nel quartiere di Porta a Mare, a cura di alcuni tra i più noti street artist italiani coinvolti nel 'Festival della Strada'. Nell’ambito della stessa manifestazione, fino al 7 gennaio 2024 Palazzo Blu ospita due mostre, in dialogo con le Avanguardie al centro del percorso principale. La Sala della Biblioteca è teatro di una contemporanea Scuola di Atene, creata dallo stesso Kobra con l’arcobaleno di colori che lo contraddistingue, mentre la Dimora nobiliare apre le porte all’arte applicata con le opere di 108, Moneyless, Etnik, Zed1, Aris, Gio Pistone, Massimo Sospetto. Sempre fino al 7 gennaio, la Chiesa della Spina accoglie la suggestiva installazione 'Non Plus Ultra', realizzata dal giovane artista spagnolo Gonzalo Borondo. Una prospettiva di lastre di vetro serigrafate che induce i visitatori a riflettere sui limiti della natura umane.

"Pisa si illumina con i colori di Kobra. Chi passerà di fronte a questa opera sarà raggiunto da un messaggio potente, Pisa è una città che è stata grande quando si è aperta al mondo e quest’opera di Kobra ce lo ricorda ancora una volta", dice il presidente del Consiglio della Regione Toscana, Antonio Mazzeo. "Vorrei ringraziare Gianguido Grassi e l’associazione Start per aver portato in questa città artisti di fama internazionale che grazie al Festival della Strada rendono Pisa la Capitale italiana della Street art. Come Consiglio regionale oltre a contribuire e sostenere il Festival della Strada, abbiamo anche dedicato un’apposita linea di intervento per finanziare queste opere in molti comuni della Toscana".

"L’opera di Kobra è la più visibile di quelle che compongono il museo a cielo aperto di Porta a Mare e per questo può essere considerata una calamita anche per le altre, comprese quelle che saranno realizzate con questo progetto", commenta l’assessore alla cultura del Comune di Pisa Filippo Bedini. "Ho apprezzato particolarmente la scelta iconografica di Kobra di rappresentare Galileo con la Torre di Pisa utilizzata come cannocchiale astronomico, così come la volontà dell’artista di capire la storia e le tradizioni del luogo in cui va a realizzare le sue opere d’arte. Per questo gli ho consegnato una nostra pubblicazione sull’identità e le tradizioni pisane, una descrizione del Gioco del Ponte e della Luminara, che è la nostra tradizione più importante e alla quale mi farebbe piacere averlo come ospite, il nostro Santo Patrono, San Ranieri, che è il protettore della nostra città, e una spilla con lo stemma della nostra città".

"Grazie agli ospiti di primo piano che sono arrivati in città e alla bellezza delle loro opere, confido che Pisa possa diventare presto la capitale della street art, ed ospitare ogni anno un evento in grado di attrarre la scena urbana di tutto il mondo - sottolinea il curatore Gian Guido Grassi - questo processo è già iniziato, lo testimoniano le installazioni e i muri dove Kobra, per primo, ha dato inizio ad una nuova ondata di colore che arricchirà tutta la città".

Kobra

"Solo pochi giorni - racconta Stefano Del Corso, presidente della Fondazione Pisa - fa abbiamo inaugurato il Festival della Strada a Palazzo Blu, con il piacere di avere ospiti due degli artisti che hanno portato le loro opere a Pisa, Eduardo Kobra e Gonzalo Borondo. Ora abbiamo il murale dipinto da Kobra in pochi giorni e dedicato a un padre della scienza come Galileo Galilei. Kobra non nasconde nella sua biografia ufficiale le origini del suo cammino, comune ad altri poi affermati street artists, di disegnatore di graffiti sui muri, e delle conseguenze patite per quei gesti di rottura; e sottolinea come le sue opere mostrino una preoccupazione per le cause ambientali, oltre che una spiccata sensibilità per le tematiche sociali e per la pace. Ci piace ricordare alcune sue considerazioni che facciamo nostre nel presentare questo suo ultimo lavoro, sostenuto con convinzione da Fondazione Pisa, che da tempo supporta i progetti dell’associazione Start e dà massima attenzione alla street art, a partire dalla mostra su Keith Haring allestita a Palazzo Blu dal novembre 2021 all’aprile 2022, con la volontà di arricchire quanto più possibile spazi all’aperto in città. Ed è significativo, a riprova di ciò, che il nuovo murale di Kobra sorga a distanza di poche decine di metri dal 'Tuttomondo' di Haring. Queste le parole di Kobra, da alcune interviste di alcuni anni fa, che ci piace citare: L’arte urbana è democratica ed inclusiva per vocazione, per questo può fare la differenza; Io vedo le città come grandi gallerie d’arte all’aperto, accessibili a tutti. Anche a chi magari non è mai entrato in un museo e non ha modo di accedere agli ambienti esclusivi delle gallerie d’arte contemporanee. Qui le persone semplici hanno lo stesso diritto di sguardo dei critici, la stessa possibilità di essere coinvolte e interpellate dalle opere. La bellezza di dipingere sui muri dei palazzi è questa: le opere poi dialogano con chi cammina per le strade. Questo lavoro innesca un processo che non solo cambia il volto della città, ma anche qualcosa nel modo di vivere di chi la abita”.

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