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Cronaca

Coronavirus: negozi di abbigliamento per l'infanzia al lavoro tra dubbi e mascherine

I commercianti di Pisa e zone limitrofe fanno il punto della situazione a tre settimane dalla riapertura: "Gradualmente i clienti tornano in negozio. C'è rispetto delle norme, ma rimangono i dubbi sulla prova e il cambio della merce"

I bambini, si sa, sono lo specchio dell'anima, la parte più sana e incorrotta della popolazione. I custodi e i costruttori dei sogni più brillanti e delle fantasie più mirabolanti: il loro spirito di adattamento nei mesi vissuti in pieno lockdown, quando anche la più semplice delle abitudini quotidiane è stata stravolta dal Coronavirus, è stato incredibile. In tanti si sono chiesti, preoccupati, di come i più piccoli avrebbero potuto vivere questo momento così particolare: la risposta arrivata dai bambini italiani è stata un'ondata di disegni, colori, canzoni e slogan per combattere la paura dell'epidemia e la noia di rimanere in casa a giornate intere. Forse è anche per questo che, all'indomani della Pasqua, il Governo ha dato il via alla riapertura dei negozi di abbigliamento dedicati all'infanzia.

Necessità, sicuramente, perché i più piccoli hanno ritmi di crescita molto più serrati rispetto agli adolescenti e gli indumenti che andavano giusti a febbraio, di colpo ad aprile sono diventati stretti e inutilizzabili. Ma anche per riconoscenza verso una delle fette della popolazione più fragile ma anche più preziosa. E così anche a Pisa e provincia ormai dalla metà del mese di aprile i negozi dedicati al mondo dell'infanzia hanno riaperto i battenti e sono tornati ad accogliere, seppur timidamente, i propri clienti. "La notizia ci è un po' piovuta dal cielo - ammettono dal negozio 'Bimbi stellari' di Vecchiano - non c'erano state avvisaglie di questa riapertura. Eravamo naturalmente molto felici, però dalle istituzioni non sono arrivate indicazioni su come riaccogliere in totale sicurezza i clienti: ci è stata data la semplice regola della sanificazione dei locali e dell'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Ma nessun protocollo: perciò ognuno si è arrangiato come poteva, muovendosi con molta cautela".

In tanti, nei primi giorni successivi al lockdown e anche dopo la riapertura concessa dal Governo, hanno proposto alla clientela il servizio a domicilio. Come ad esempio 'Blue mama' a Pisa, che da questa settimana offre ai genitori anche la possibilità di acquistare mascherine chirurgiche in formato bambino: colorate, in tessuto 100% TNT e personalizzabili. "Sicuramente il volume di affari è calato drasticamente - commentano da 'Cra cra abbigliamento' di Pisa - diverse famiglie si sono affidate alla consegna a domicilio, ma altrettante erano titubanti in relazione alla taglia e alle misure dei capi da acquistare". E qui si innesta uno dei dubbi che ancora caratterizza il lavoro dei commercianti, relativo alla prova dei capi e alla possibilità di effettuare il cambio merce. "Adesso che c'è una maggiore possibilità di circolare - spiegano anche da 'Prime vanità abbigliamento' - qualche cliente in più transita dal negozio. In tanti ci chiedono di provare i capi, oppure dopo aver acquistato ci domandano se c'è la possibilità di effettuare il cambio merce. E noi non sappiamo cosa rispondere".

Anche in questo caso le indicazioni fornite dalle istituzioni non approfondiscono questo aspetto, lasciandolo così alla libera interpretazione dei negozianti. "Noi invitiamo i clienti a non richiederlo - spiegano da 'Cra cra abbigliamento' - va contro i nostri interessi, ma per la sicurezza e la tutela della salute di tutti, riteniamo che al momento sia la scelta più opportuna". "Abbiamo spostato il bancone all'ingresso: in questo modo le persone scelgono quali capi visionare e glieli portiamo noi. Così facendo all'interno del negozio non circolano persone provenienti da fuori". Da 'Bimbi stellari' invece la soluzione attuata è "un piccolo angolo dedicato esclusivamente alla prova dei capi. L'utilizzo dei guanti e della mascherina è obbligatorio, e una volta fatta la prova provvediamo a igienizzare la merce con uno spray disinfettante che non danneggia i tessuti".

Pur districandosi tra 'buchi' normativi e rispetto dei Dpcm, nei negozi di abbigliamento per l'infanzia la 'Fase 2' dell'emergenza viaggia comunque a pieno ritmo. "La circolazione dei clienti è aumentata dal 4 maggio - confermano anche da 'Baby club' di Ghezzano - notiamo un rigoroso rispetto delle regole per la sicurezza e la salute. Nessuno si presenta sprovvisto di mascherina e molti hanno anche i guanti. Chi non li ha, si disinfetta le mani con il gel che forniamo noi. Nessuno si è lamentato di queste procedure: avvertiamo un forte senso di responsabilità".

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