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Cronaca

Via delle Cascine: occupato l'ex Colorificio Toscano: "La nuova casa di Rebeldia"

Un gruppo di militanti di Rebeldia, il cartello di oltre 30 associazioni pisane, hanno occupato lo spazio dell'ex colorificio Toscano abbandonato ormai da 4 anni con l'obiettivo di liberarlo e restituirlo alla città

Ieri alcuni militanti di Rebeldia hanno occupato una fabbrica dismessa: l'ex Colorificio Toscano nato a Pisa nel 1924 e divenuto di proprietà della multinazionale J Coloros negli anni '90 che nel tempo ha delocalizzato la produzione, fino a dismettere completamente il sito pisano. Il blitz, pianificato da tempo, pone fine a oltre due anni di inattività dopo l'abbandono della precedente sede di via Battisti. "L'occupazione - spiega Rebeldia in una nota - sancisce la riapertura delle attività".

L'ex fabbrica di 14 mila metri quadrati è la nuova 'casa' di Rebeldia,  assegnatale dal Municipio di Beni Comuni, la rete di gruppi, associazioni e partiti politici (Sel, Prc) che pone al centro della sua azione politica il riuso dell'esistente e il no al consumo di nuovo suolo. I rappresentanti di Rebeldia hanno anche inviato un telegramma ai vertici della multinazionale per chiedere formalmente l'avvio di un'interlocuzione finalizzata a un incontro per tentare di definire i termini dell'uso totale o parziale degli spazi.

"L'azione - spiega una nota del Municipio dei Beni comuni - è un dono che Pisa fa a se stessa, uno spazio sociale liberato e restituito alla città, perché possa tornare alla determinazione e alla cura della collettività. È un'azione costruttiva che ripudia gli inaccettabili privilegi del potere, la speculazione sul territorio di pochi affaristi, la violenza divoratrice del capitalismo finanziario di banche e multinazionali. Da qui la scelta del Colorificio Toscano, uno dei simboli della storia industriale della città, oggi in stato di totale abbandono. Là dove c'era la vita, oggi regna il silenzio di un luogo che sembrava ormai attendere incerto il futuro, o la solita variante urbanistica che permettesse di riversare altro cemento per costruire case alle porte di Piazza dei Miracoli".

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