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Cronaca

Operazione 'Black Wine' contro il  caporalato: tre arresti e quattro denunce

Venivano portati anche nei campi della provincia di Pisa i lavoratori che, secondo le indagini della Polizia di Pistoia, venivano sfruttati per pochi euro l'ora senza contratto e tutele

E' coinvolta anche Pisa nell'operazione 'Black Wine' della Polizia di Pistoia, che ha portato ieri sera 5 novembre all'arresto di tre cittadini stranieri per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, con il sequestro di 4 furgoni che servivano a trasportare la manodopera sui luoghi di lavoro: vigneti e uliveti, situati nelle province di Pistoia, Prato, Firenze, Siena, Lucca, Arezzo e appunto Pisa.

Le indagini sono partite nello scorso luglio. Nell'ambito della stessa operazione, questa mattina, sono state eseguite perquisizioni anche in due studi commerciali di Pistoia in uso a un consulente del lavoro, denunciato per lo stesso reato. Il professionista si occupava della gestione delle fatturazioni e della registrazione di alcune posizioni lavorative nella banca dati dell'Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (solo quando esplicitamente richiesto dalle aziende committenti) a prescindere dalla verifica dell'esistenza di un vero contratto in essere.

Secondo quindi le accuse attraverso una procedura fraudolenta, consistita nell'aprire una posizione all'Inail per soli tre giorni, a nome della ditta intestata a prestanome che gestiva i lavori, il consulente riusciva ad ottenere il rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc) malgrado l'omissione totale di denunce contributive all'Inps. Sono state denunciate sempre per lo stesso reato altre tre persone, due cittadini stranieri e un italiano che partecipavano all'attività illecita.

Nel corso dell'operazione, effettuata dalla Squadra Mobile della Questura di Pistoia, sono stati sentiti in qualità di persone informate sui fatti 30 braccianti, in gran parte africani richiedenti asilo o titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, che rientravano dai luoghi di lavoro a bordo dei mezzi sequestrati. La gran parte dei braccianti era impiegata in nero e priva di copertura assicurativa.

La manodopera, secondo quanto è stato ricostruito, veniva retribuita con circa 4 euro all'ora effettivi, senza maggiorazione alcuna per l'orario straordinario o il lavoro svolto in giornata festiva, a fronte dei 7,50 euro minimo previsti dai contratti collettivi territoriali settore agricoltura. E' stato rilevato anche che parte dei braccianti viaggiano in condizioni di pericolo, seduti a terra sul cassone posteriore in metallo di un autocarro e rinchiusi con un telo in plastica per non attirare l'attenzione ed eventuali controlli da parte delle forze dell'ordine. 

Alle indagini, dirette dal sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Pistoia Giuseppe Grieco, ha partecipato anche personale dell'Ispettorato territoriale della sede di Pistoia. Al momento non sono emersi elementi a carico delle aziende del settore vinicolo ed oleario che si avvalevano delle prestazioni lavorative attraverso appalti di servizio stipulati con la ditta gestita dagli arrestati.

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